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lunedì 11 dicembre 2017

11 dicembre

(Gesù disse:) “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”.
Giovanni 5:24

Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.
2 Corinzi 5:10

Bisogna avere paura del tribunale di Dio?

I due versetti di oggi affermano che il credente dovrà comparire davanti al tribunale di Cristo, ma non per essere giudicato. Come conciliare questi versetti? Notiamo che il secondo parla solamente di una comparizione, e non di un giudizio.
Solo colui che non ha creduto in Cristo dovrà comparire in giudizio davanti al tribunale di Dio (Romani 14:10; Apocalisse 20:12), e là sarà condannato. Le opere buone che avrà fatto in vita non potranno in alcun modo cancellare il male che avrà commesso.
Invece chi ha accettato Gesù Cristo non andrà in giudizio, perché il castigo che meritavano i suoi peccati lo ha già subìto il suo Salvatore alla croce. Ciononostante, ogni credente comparirà davanti al tribunale di Cristo affinché tutta la sua vita, tutte le sue azioni palesi o nascoste, siano messe in luce. Nessuna condanna, ma una perdita di premio proporzionata al male commesso e una ricompensa per tutto il bene che avrò fatto per Lui, persino un semplice bicchiere d’acqua dato nel suo nome.
Il pensiero del tribunale non terrorizza i credenti, perché il Giudice che vi siederà sarà il loro Salvatore, colui che ha pagato per i loro peccati. In presenza della sua grazia perfetta, comprenderò la gravità del peccato, ma anche l’immensità del suo amore divino.

Questa prospettiva dev’essere uno stimolo per me, perché mi fa prendere coscienza della serietà della vita, e mi incoraggia a vivere più vicino al Signore.