Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata”… Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio.
Luca
12:20-21
Siate pronti.
Luca
12:40
Stolto!
A chi si rivolge, in questo modo, Dio? Ad un uomo che sembrava essere pieno di buonsenso. I suoi campi stavano per dare un raccolto molto abbondante, e lui pensò di costruire dei magazzini adatti. Non esitò ad abbattere i suoi granai ormai troppo piccoli e a costruirne dei più grandi. Sembrerebbe una buona gestione degli affari. Quell’uomo pensò pure che, in seguito, avrebbe potuto ritirarsi dalle sue attività per godersi finalmente la vita.
Saggezza?
Previdenza? Niente affatto! Quell’uomo ha dato prova di grande stoltezza:
credeva di aver fatto, per il futuro, dei piani ragionevoli, ma aveva
trascurato l’eternità!
Ed ecco che Dio
pone fine a tutti quei progetti, interrompe in un attimo quella vita così
prospera. Cosa porterà con sé, nell’aldilà, quell’uomo? Niente. “Infatti non
abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla” (1
Timoteo 6:7). Nell’ingranaggio della quotidianità, occupato nelle sue attività,
ha ammassato tesori per se stesso, ma ha completamente trascurato ciò che aveva di più prezioso: la sua anima! Oppure,
forse, credeva di poterla soddisfare con i suoi beni materiali: “Dirò all'anima
mia: Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi,
divertiti” (Luca 12:19). L’anima, che è immortale e ha bisogno di cibo
spirituale, ha bisogno della ricchezza di Dio (Luca 12:32-34) .
Meditiamo
sull’esperienza di quel ricco e chiediamoci sinceramente su cosa si appoggiano
le nostre certezze per il presente e per il futuro.