Dio aveva promesso un figlio a Sara e Abramo. Infatti, il nome Abramo significa “padre eccelso”. Dio cambiò persino il nome di Abramo ad Abraamo (padre di una moltitudine) ma ancora non aveva figli.
Pensiamoci un po', ogni volta che qualcuno gli chiedeva: “Come ti chiami?” egli avrebbe risposto: “padre di una moltitudine!”. Che titolo grandioso ma, non aveva figli.
Lasciò il suo paese per una terra sconosciuta, ma nessun figlio. Superò la carestia, ma nessun figlio. Suo nipote Lot arrivò e se ne andò, ma nessun figlio. Avrebbe avuto degli incontri con angeli e con Melchisedec, ma ancora senza un erede.
Al momento Abraamo aveva novantanove anni, e Sara pochi di meno.
“Egli, sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent'anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo” Rom. 4:18-21.
Se ne era andato tutto. Niente più gioventù. Niente più vigore. Niente più forza ma non la fede. No! quella era ancora viva. Abraamo credette, credette alle promesse di Dio. Credette nonostante la logica. Credette nonostante l'evidenza. Credette nonostante l'andamento della natura stessa.
“Or senza fede è impossibile piacergli” Ebrei 11:6.
La fede non si mette a rivaleggiare con il buon senso. Il buon senso non è fede e la fede non è buon senso; fra i due c'è un rapporto analogo a quello esistente tra naturale e spirituale, tra impulso e ispirazione. Nulla di tutto ciò che il Signore Gesù ha promesso ai suoi rientra nel campo del buon senso ma approda a sponde che il buon senso non può raggiungere. La fede è un principio incredibilmente attivo che pone sempre Cristo al primo posto.