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domenica 15 novembre 2020

15 novembre - Nei resti dell’incendio

La parola di Dio è vivente.

Ebrei 4:12

 

(Gesù disse:) “Le parole che vi ho dette sono spirito e vita”.

Giovanni 6:63

 

Nei resti dell’incendio

 

Un anziano contadino della Corea del Sud aveva acquistato una copia dei Vangeli di Matteo e di Marco e li aveva letti con interesse. Un giorno, mentre era nei campi, la sua casa venne completamente distrutta da un incendio. Al suo ritorno, dovette constatare che nulla si era salvato, salvo i due Vangeli, che un membro della famiglia aveva strappato dalle fiamme, senza nemmeno sapere perché. Questo fatto colpì il contadino al punto che li rilesse con maggiore interesse ed iniziò a parlarne agli abitanti della zona. All’inizio lo deridevano e lo maltrattavano perché leggeva dei libri cristiani, ma con il tempo finirono per lasciarlo in pace, e poi, a poco a poco, si riavvicinarono e gli furono di nuovo amici.

In quel villaggio, grazie alla lettura di quei due Vangeli, più di ottanta persone si convertirono a Cristo. Fu così che la Parola di Dio, con il solo contributo dello Spirito Santo, portò alla salvezza quel Coreano e molti suoi concittadini, senza aver mai incontrato un predicatore del Vangelo!

Questo episodio conferma un fatto già verificato tante volte: la Bibbia contiene in se stessa una potenza divina. Bisogna leggerla con rispetto e sottomissione, mettendo da parte le proprie idee ed essendo pronti a fare ciò che ci chiede; solo così potremo comprenderla e trarne tutte le benedizioni che contiene.

“Così è della mia parola… essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio” (Isaia 55:11).