Ed egli,
chiamato a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità vi dico:
se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei
cieli… E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me”.
Matteo
18:2, 5
Come
piccoli bambini
Ai tempi
dell’impero romano, i bambini erano poco considerati. Invece Gesù mise i
bambini in una posizione onorevole, citandoli più volte come esempi da seguire
e accogliendoli tra le sue braccia per benedirli. Un giorno il Maestro mise un
fanciullo in mezzo ai suoi discepoli, per insegnare loro quale fosse la vera
grandezza nel regno di Dio. Questo insegnamento di Gesù, riguardo ai bambini,
ha successivamente influenzato il comportamento dei paesi cristianizzati nei
loro confronti.
Perché Gesù dice
che bisogna diventare come i bambini per entrare nel regno di Dio? Ci chiede
forse di credere senza riflettere? Assolutamente no! I bambini riflettono molto
e fanno sempre mille domande, ed è ricevendo delle risposte adeguate alla loro
età che si sviluppano correttamente.
È del tutto
legittimo porsi delle domande quando si affronta l’ambito spirituale, ma
bisogna accettare che certe realtà ci superano. Per andare a Dio è
indispensabile rinunciare alle proprie
pretese e ai propri preconcetti, perché solo così potremo metterci
all’ascolto della sua Parola, con la semplicità e la fiducia di un bambino.
La nostra mente
non può da sola scoprire chi è Dio, ma per conoscerlo, cioè per entrare in
relazione con lui, è necessario un atteggiamento di umiltà e di fiducia, tipico
del bambino nei confronti dei genitori. Solo così la nostra intelligenza,
rinnovata e illuminata dallo Spirito di Dio, scoprirà nella Bibbia le risposte
divine a tanti nostri interrogativi.