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martedì 24 novembre 2020

Efod

Il capitolo di Esodo 28 ci parla dei paramenti che il sacerdote doveva indossare per potersi presentare davanti a Dio. La prima cosa che possiamo affermare è che se c'era un sacerdote è perché vi erano dei peccati, delle colpe ed era necessario che il sacerdote si presentasse dinanzi a Dio con il sangue di una vittima innocente per espiarle.

Il sacerdote era un uomo come gli altri, per questo era previsto che svolgesse il suo servizio indossando un indumento “particolare”, di grande valore agli occhi di Dio, e questo indumento era: l'efod.

Rappresentava il paramento sacerdotale per eccellenza, intessuto di filo violaceo (colui che è sceso dal cielo), porporino (veste dei re), scarlatto (avrebbe versato il suo sangue) e lino fino (uomo perfetto, senza peccato). Questo è ciò che gli occhi di Dio vedevano, ma non vi era solo questo:

Venivano aggiunte delle lamine d'oro intessute fra questa stoffa, violaceo, porporino, scarlatto e di lino fino (Esodo 39:3). Meraviglioso simbolo della gloria divina nascosta, velata, agli occhi degli uomini, ma non agli occhi della fede.

Le sue due parti erano unite insieme da due spalline che portavano incise, su due pietre di onice, i nomi delle dodici tribù. Sulle spalle che hanno portato la croce, il sacerdote, avrebbe portato il peso dei peccati del suo popolo.

Vi era anche un “pettorale”. Sorta di cuscino quadrato della stessa composizione di stoffa dell'efod sul quale spiccavano dodici pietre, una per ogni tribù. Oltre che sulle sue spalle, il suo popolo, stava anche sul suo cuore, oggetto del suo amore.

Poi vi era una cintura, segno di un servizio ( i vostri fianchi siano cinti Luca 12:35) che il sacerdote svolgeva del continuo a favore del popolo.

A completare il tutto vi erano una serie di anelli e catenelle che tenevano il pettorale ben fissato all'efod. “Si fisserà il pettorale mediante i suoi anelli agli anelli dell'efod con un cordone violaceo, affinché il pettorale sia al di sopra della cintura artistica dell'efod, e non si possa staccare dall'efod.” ver. 28. Niente è nessuno potrà separarci dall'amore che Cristo ha per noi.