Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.
1
Pietro 3:18
In lui abbiamo
la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le
ricchezze della sua grazia.
Efesini
1:7
Da una mangiatoia alla croce (2)
Né la perfezione
della vita di Gesù sulla terra, né le sofferenze inflittegli dagli uomini
durante il suo cammino hanno potuto saldare il conto dei nostri peccati.
Nonostante tutte le Sue opere grandiose l’uomo peccatore sarebbe rimasto
colpevole davanti a Dio.
Allora, alla
fine della sua permanenza in questo mondo, Gesù si è presentato davanti a Dio per rendere conto delle
nostre colpe al nostro posto. Solo lui poteva farlo, perché era senza
peccato, era il vero “Agnello di Dio” (Giovanni 1:29), “senza difetto né
macchia” (1 Pietro 1:19), venuto proprio per subire il giudizio che meritavano
i peccati di tutti coloro che credono in lui. Egli “ha dato se stesso come
prezzo di riscatto per tutti” (1 Timoteo 2:6).
Dio non ha
fermato il suo Figlio mentre andava a sacrificarsi, non lo ha liberato dalle
mani dei nemici, “ma lo ha dato per noi tutti” (Romani 8:32). Se Gesù non
avesse accettato la croce, o se Dio lo avesse risparmiato, i nostri peccati non
sarebbero stati espiati, saremmo perduti per l’eternità.
Soffermiamoci
ancora un po’ vicino alla croce. I soldati sorvegliavano il sepolcro dove
giaceva il corpo di Gesù, ma Dio vegliava su di lui; e il terzo giorno dopo la
crocifissione ha risuscitato il suo amato Figlio, mostrando la sua piena
soddisfazione nell’opera che aveva compiuto. Dio è stato glorificato e può
accordare il perdono a tutti quelli che
hanno fede in quel sacrificio, liberandoli dalle catene di Satana e dando
loro la vita eterna.