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venerdì 6 novembre 2020

06 novembre - Da una mangiatoia alla croce (2)

Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurvi a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito.

1 Pietro 3:18

 

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia.

Efesini 1:7

 

Da una mangiatoia alla croce (2)

 

Né la perfezione della vita di Gesù sulla terra, né le sofferenze inflittegli dagli uomini durante il suo cammino hanno potuto saldare il conto dei nostri peccati. Nonostante tutte le Sue opere grandiose l’uomo peccatore sarebbe rimasto colpevole davanti a Dio.

Allora, alla fine della sua permanenza in questo mondo, Gesù si è presentato davanti a Dio per rendere conto delle nostre colpe al nostro posto. Solo lui poteva farlo, perché era senza peccato, era il vero “Agnello di Dio” (Giovanni 1:29), “senza difetto né macchia” (1 Pietro 1:19), venuto proprio per subire il giudizio che meritavano i peccati di tutti coloro che credono in lui. Egli “ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti” (1 Timoteo 2:6).

Dio non ha fermato il suo Figlio mentre andava a sacrificarsi, non lo ha liberato dalle mani dei nemici, “ma lo ha dato per noi tutti” (Romani 8:32). Se Gesù non avesse accettato la croce, o se Dio lo avesse risparmiato, i nostri peccati non sarebbero stati espiati, saremmo perduti per l’eternità.

Soffermiamoci ancora un po’ vicino alla croce. I soldati sorvegliavano il sepolcro dove giaceva il corpo di Gesù, ma Dio vegliava su di lui; e il terzo giorno dopo la crocifissione ha risuscitato il suo amato Figlio, mostrando la sua piena soddisfazione nell’opera che aveva compiuto. Dio è stato glorificato e può accordare il perdono a tutti quelli che hanno fede in quel sacrificio, liberandoli dalle catene di Satana e dando loro la vita eterna.