Allora Dio pronunciò tutte queste parole: “Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”.
Esodo 20:1-3
Tutti gli dèi delle nazioni sono idoli vani; il SIGNORE, invece, ha fatto i cieli.
Salmo 96:5
1° Comandamento: “Non
avere altri dèi”
Il popolo d’Israele era stato schiavo in Egitto,
oppresso dai commissari del faraone e sfruttati con inaudita durezza. Possiamo
immaginare il loro dolore quando il faraone ordinò che tutti i figli maschi che
nascevano venissero uccisi. Ma Dio aveva visto la loro afflizione ed era
intervenuto per liberarli con dei miracoli straordinari. Con bontà li aveva
protetti fino alla liberazione completa: i loro oppressori erano stati
inghiottiti dal mar Rosso (Esodo 14), e subito il popolo aveva cantato la sua
liberazione e adorato quel Dio che li aveva salvati (Esodo 15).
Il primo comandamento concerne
l’adorazione esclusiva dovuta a Dio: “Non avere altri dèi oltre a me”. Perché questa
raccomandazione? Quel Dio unico che li aveva appena liberati con tanta potenza
non aveva forse il diritto di possedere il cuore di ciascuno di quelli che
aveva salvato? Ma nel momento stesso in cui Dio dava i Suoi comandamenti a Mosè
sul monte Sinai, giù nella pianura il popolo si fabbricava un idolo, un vitello
d’oro, immagine di un dio egizio, per adorarlo!
Per noi oggi il simbolismo è chiaro. L’Egitto è
figura del mondo che opprime i cristiani con durezza, oppure li seduce con le
sue concupiscenze, li lega coi suoi idoli. Il faraone simboleggia il diavolo,
che oggi è ancora il principe di questo mondo.
Ma come ha fatto con Israele, Dio è intervenuto per aprirci un cammino di liberazione, ancora
più meraviglioso di quello di quei tempi, per mezzo della fede in Gesù Cristo,
Suo Figlio. Lettore, chi è che tu “adori”, un idolo o il solo vero Dio,
Creatore dell’universo e Salvatore del mondo?