Davide rispose al
Filisteo: “Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il
giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome del SIGNORE
degli eserciti… che tu hai insultato”.
1 Samuele 17:45
SIGNORE,
il mio cuore non è orgoglioso e i miei occhi non sono altèri; non aspiro a cose
troppo grandi e troppo alte per me.
Salmo 131:1
L’umiltà di Davide
La
vittoria di Davide sul gigante Golia è un racconto della Bibbia molto
conosciuto. Davide era l’ultimo figlio di una famiglia numerosa e pascolava le
pecore del padre. Quando degli animali selvatici hanno assalito il suo gregge,
li ha combattuti confidando in Dio ed è riuscito ad ucciderli. Là, nella
solitudine dei pascoli, la sua fede è cresciuta, il suo rapporto intimo con Dio
si è fatto sempre più reale e profondo. Fu grazie al suo coraggio, ma
soprattutto alla sua fede, che vinse Golia, il gigante filisteo che terrorizzava
l’esercito degli Ebrei.
Un
giorno, Dio scelse lui, il più giovane tra i suoi fratelli, per diventare re
d’Israele (1 Samuele 16). Davide non si inorgoglì, ma nemmeno si tirò indietro.
Davide ci mostra cos’è la vera umiltà, il giusto apprezzamento dell’impegno che
Dio ci chiede, ma nella consapevolezza che abbiamo bisogno costantemente della
Sua grazia per adempierlo. L’apostolo Paolo scriveva: “Per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me
non è stata vana” (1 Corinzi 15:10).
Diventato re, Davide trovò la forza in Dio, così come
l’aveva trovata nel suo singolare combattimento contro Golia.
Qui sta il segreto dell’umiltà: da una parte, accettare che
l’uomo di per sé è impotente e fallibile; e dall’altra, aggrapparsi al Signore,
unica sorgente di vita, di forza e di saggezza. L’umiltà è dimenticarsi di
se stessi per contare su Lui.
Se il Signore è la nostra vita (Colossesi 3:4), certamente
saremo liberati dalla vanagloria e dalla presunzione, e anche dalla falsa
umiltà.