Non
imitare il male, ma il bene.
3 Giovanni 11
Presentando
te stesso in ogni cosa come esempio di opere buone.
Tito 2:7
Attenzione all’esempio che diamo
Le
parole del passo citato sono dell’apostolo Giovanni, e chi commetteva il male,
in quel caso, era proprio un credente, un certo Diotrefe tristemente noto
perché dominava sui suoi fratelli e sparlava contro i servitori del Signore.
Aspirava “ad avere il primato”, è detto. Che brutto esempio! Il male è più
contagioso del bene perché trova un’eco nella nostra natura peccatrice.
L’incestuoso della chiesa di Corinto doveva essere allontanato dalla comunità
perché “un po’ di lievito fa lievitare tutta la pasta” (1 Corinzi 5:6).
Se
gli Israeliti, una volta entrati in Canaan, dovevano distruggere le popolazioni
idolatre che vi abitavano, era perché correvano il rischio di imitare le loro
abominazioni. Nel corso della storia di questo popolo vediamo l’influenza che
hanno avuto i re che si sono succeduti; se il re era infedele, tutto il popolo
si dava all’idolatria; se era fedele tutti tornavano a Dio e al suo culto.
È
importante fare attenzione all’esempio che diamo. Paolo si impegnava a fondo
per dare sempre un buon esempio: “Voi stessi sapete come ci dovete imitare:
perché non ci siamo comportati disordinatamente fra voi”; e in altra occasione:
“Noi non diamo nessun motivo di scandalo”
(2 Corinzi 6:3). Per questo poteva esortare i suoi fratelli ad essere “suoi
imitatori” com’egli lo era di Cristo.