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mercoledì 21 ottobre 2015

21 Ottobre

È dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.
Marco 7:21-22

Così parla il SIGNORE…: “Io, io, sono colui che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e non mi ricorderò più dei tuoi peccati”.
Isaia 43:16, 25

Debolezza o peccato?

Molte persone ignorano, o vogliono ignorare, il significato del termine “peccato”. Altre sono dell’avviso che i peccati siano solo delle debolezze, degli errori dei quali non si è responsabili. Ne risulterebbe che, se non siamo colpevoli, non abbiamo bisogno del perdono di Dio.
Tuttavia, non sono le opinioni degli uomini, che manipolano le verità morali per adattarle ai gusti del momento, a cambiare la natura e le esigenze di Dio. Dio non cambia, è eterno e tali sono anche i Suoi pensieri. Egli dice: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? Io, il SIGNORE, che investigo il cuore” (Geremia 17:9-10).
“Il peccato è la violazione della legge” (1 Giovanni 3:4). La trasgressione consiste nell’agire come se non ci fosse nessuna regola, come se Dio non avesse fatto conoscere la Sua volontà. Ma ogni disubbidienza alla volontà di Dio è peccato.
La tendenza a disubbidire fa parte della nostra natura; noi nasciamo peccatori, perciò compiamo inevitabilmente delle azioni cattive, come un albero produce dei frutti secondo la propria natura.
A Dio ripugna il peccato. “Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi” (Isaia 59:2). “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23).

Ma Dio ama il peccatore e non lo abbandona a se stesso. Egli offre il perdono a chiunque viene a Lui con un sincero pentimento e accetta Gesù Cristo come proprio Salvatore. Di lui, Dio farà un figlio che potrà abitare nella Sua casa per sempre.