Egli rialza il misero dalla polvere e solleva il povero dal
letame, per farlo sedere con i principi, con i principi del suo popolo.
Salmo 113:7-8
Come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così
porteremo anche l’immagine del celeste.
1 Corinzi 15:49
Sono polvere e cenere
“Dio il SIGNORE
formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale
e l’uomo divenne un’anima vivente” (Genesi 2:7). A causa della disubbidienza di
Adamo, la sentenza di morte è caduta sull’umanità intera: “Sei polvere e in
polvere ritornerai” (Genesi 3:19).
“Prendo l’ardire di parlare al Signore, benché io non sia
che polvere e cenere”, disse il patriarca Abraamo (Genesi 18:27). I sentimenti
di debolezza e di pochezza gli davano l’umiltà e il rispetto necessari per
rivolgersi a Dio. “Noi siamo ben poca cosa!”, diciamo a volte di fronte a una
tragedia o a una morte improvvisa, e sarebbe auspicabile che questo sentimento
fosse costante in noi, per non diventare pretenziosi e per allontanare
l’orgoglio, sorgente di tanto male nel mondo; e, soprattutto, per spingerci a
volgerci, come Abraamo, a Colui che ci ha creati.
Dio aveva creato l’uomo affinché vivesse; il Suo progetto
non è che rimanga nella polvere, ma che abbia un posto con Lui nella gloria del cielo. Per questo motivo ha
mandato Suo Figlio Gesù Cristo in questo mondo. Lui è il “secondo uomo”, venuto
dal cielo. Come abbiamo detto tante volte, il giudizio che noi meritavamo lo ha
subìto Lui; Egli è morto, ma non è
rimasto nella tomba, è risuscitato ed è salito in cielo. In questo modo ha
aperto la via del cielo e della vita eterna a tutti quelli che credono in Lui.
Che meravigliosa prospettiva diventare simili al Figlio di Dio e vedere la Sua
gloria nel cielo!