Il “passare all’altra riva”, l’attraversare il mare, evoca immediatamente
l’attraversamento del mondo in attesa di arrivare nel cielo, il porto desiderato
(Sl 107:30).
Le parole stesse del Signore alla partenza di questo viaggio davano, una
totale sicurezza. L’arrivo è certo quanto la partenza, ma le difficoltà nel
tragitto possono sorgere all’improvviso come “una gran bufera di vento” (37)
sul mare.
La tempesta arriva, Improvvisa, violenta e con effetti preoccupanti,
così come le cose spiacevoli nella vita degli uomini. “Fa parte della vita”,
dicono gli uomini reagendo spesso con una ribellione che porta lontano da Dio.
Su quel mare c’era più di una barca (36), ma solo una aveva il Signore a
bordo. Solo quelli che viaggiavano con Lui potevano “svegliarLo” per dirgli:
“non t’importa che noi moriamo?” (38). Gli altri erano vittime delle
circostanze senza nessuno a cui rivolgersi, soli con i propri sforzi a
contrastare la tempesta.
Di fronte all’impotenza nelle circostanze della vita non abbiamo altra
soluzione che rivolgerci a Lui e la preghiera è l’unica possibilità di
salvezza. Il senso d’impotenza che caratterizza i discepoli è uguale al nostro
quando le circostanze avverse sembrano prendere il sopravvento, ma noi, come
loro, abbiamo il Signore con noi.
Ø
“Chi è dunque
costui?”.
È il creatore, Colui che ha ogni potere sugli elementi e che con una
sola parola può riportare la calma su quel mare, così come la serenità nella nostra vita.
Caro lettore,
forse sei solo un giovane, forse pensi di avere una vita tranquilla, agiata e
senza problemi per il futuro, ma sappi che la “gran tempesta” può sorgere
inaspettata in ogni momento. Hai il Signore “così com'è” (36) a bordo della tua
barca?
D.C.