Prego
che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento,
perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e
irreprensibili per il giorno di Cristo.
Filippesi
1:9-10
Di
che cosa occupiamo la nostra mente?
670
omicidi, 15 stupri, 848 rivolte, 419 fucilate o esplosioni, 14 rapimenti, 11
rapine a mano armata, 8 suicidi, 27 scene di tortura… ecco il bilancio di una
settimana di trasmissioni televisive in Francia, sui cinque canali (Da Scienza
e Vita Junior – dicembre 2004). A ragione l’autore dell’articolo si chiede
quali effetti possano avere queste immagini sul telespettatore. Non favoriscono
forse l’assuefazione alla violenza, privando quelli che la commettono del senso
di responsabilità? L’abuso della televisione falsa la percezione della realtà.
Benché
i pareri su questo problema siano molto diversi, possiamo ben pensare che, se i
media in cerca di pubblico ci presentano tante scene violente e
immorali, è proprio perché all’uomo fa piacere guardarle, se non riprodurle
nella realtà, svelando così il suo stato morale.
Il
cristiano, chiamato da Dio a fuggire il male, ha la responsabilità di
controllarsi. “L’uomo che non ha autocontrollo, è una città smantellata, priva
di mura”, scrive Salomone (Proverbi 25:28). Di conseguenza, dobbiamo occuparci
di cose sane, come ci invita a fare l’apostolo Paolo nella Lettera ai
Filippesi: “Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le
cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili,
tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e
qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri” (4:8).
Non
lasciamoci contaminare dall’ambiente inquinato di questo mondo!