“Che cos'è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce” Giacomo 4:14.
Gli ottocento passeggeri, uomini, donne e bambini, che nel giugno del 2008 si trovavano a bordo del traghetto Princess of Stars al largo dell’isola di Sibuyan, nelle Filippine, non avevano alcun sospetto su quanto li attendeva solo un ora dopo la loro partenza dal porto. Senza preavviso il traghetto si trovò ad affrontare un improvvisa tempesta e in pochi secondi i felici passeggeri furono trasformati in gente disperata e terrorizzata mentre affondavano in acque gelide. I sopravvissuti a quel naufragio furono solo poche decine.
Un giornalista tempo fa, affermava, con una certa ironia, che nella vita ci sono due sole certezze: la morte e le tasse. Beh per quest'ultima è sufficiente un buon consulente o un preparato commercialista per evitare quasi completamente il pagamento di queste. Ma tutti, milionari o miserabili, debbono affrontare l'altra certezza: la morte.
E' quasi certo che nessuno dei passeggeri a bordo del traghetto ha pensato alla possibilità di morire entro una manciata di minuti dalla partenza dal porto. E questo è dovuto in gran parte al fatto che viviamo in una società che cerca di negare o minimizzare la morte.
Ho assistito pochi giorni fa ad un funerale, ascoltando i discorsi dei parenti e amici lì presenti, mi sono reso conto che in occasioni così evidenti, innegabili, si cerca di coprire il proprio imbarazzo intorno a questa realtà, parlando del defunto come della “cara scomparsa”, o “la beneamata”, privandola quasi inconsapevolmente del nome. Ho avuto l'impressione che la maggior parte di loro ritenesse che tutto ormai era finito lì e di lei non restava altro. Il fatto che il corpo venga sepolto sotto terra e che l'anima del defunto se n'è separata è più di quanto siamo disposti ad ammettere.
Ma non è così!
Molti pensano alla morte come una liberazione dal dolore, o dall'età avanzata, o dalla solitudine.
No!
La morte non è liberazione ma in molti casi è sconfitta, disperazione, per la realtà ignorata alla quale l'uomo si troverà di fronte.
La morte non è un amico ma un nemico dell'uomo e di Dio. “L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte” 1 Corinzi 15:26.
E' un nemico che porta via una giovane coppia prima del matrimonio, che arresta il giovane che vuol fare il pilota, che prende il padre e lascia bimbi orfani e una vedova sconsolata. Nei brevi momenti nei quali tu hai letto queste righe già quattro persone sono morte. La morte lascia frammenti di molte carriere promettenti incompiute. La chiamano “morte prematura”, quasi che sia l'uomo a stabilirne il corso ma essa agisce indipendentemente dai progetti e dalle aspirazioni degli uomini.
Negli anni ho assistito anche a molti funerali nell'ambiente evangelico. Il clima non è certo allegro, la dipartita di qualcuno che ci è caro genera comunque dolore, ma la speranza che si legge nel volto dei presenti è evidente. Essa si basa sulle promesse del Dio che non può mentire. Egli ha affermato: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” Giovanni 11:26.
Durante questi funerali è consolante scorgere non la rassegnazione ma la speranza e ascoltare le parole: “adesso è con il Signore”. Vi è della consolazione. Sono una attestazione di vittoria. Della vittoria che il Signore ha compiuto per noi sulla croce.