Cristo Gesù… pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini… umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.
Filippesi 2:5-8
Diventato
uomo per amore nostro
Il
cammino che ha portato Gesù Cristo dalla gloria del cielo all’abbassamento
della croce è descritto molto bene in questi passi: “Essendo in forma di Dio,
non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente”.
Egli non si limitò a sopportare tutto pazientemente, ma “svuotò se stesso,
prendendo forma di servo”. Lasciò, per così dire, la “forma di Dio” e fu
trovato nell’esteriore come un uomo; e come uomo abbassò se stesso facendosi
ubbidiente fino alla morte. Senza dubbio, anche quando venne in forma di uomo, tutta la gloria divina brillava in Lui, in parole, in opere,
in Spirito e in ogni altra manifestazione. “Voi conoscete la grazia del nostro
Signore Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi,
affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi” (2 Corinzi 8:9).
Ci
sono due aspetti dell’umiliazione del Signore: il primo è che, essendo Dio,
“svuotò” se stesso, si “annullò”; il secondo è che, essendo stato trovato
nell’esteriore come un uomo, abbassò se stesso “facendosi ubbidiente”,
non solo durante la sua vita ma fino alla morte, rinunciando totalmente a se
stesso. E non solo accettò di morire, ma di morire in croce, supplizio
riservato agli schiavi e ai malfattori.
“Perciò
Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di
ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla
terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla
gloria di Dio Padre” (v. 9-11).