Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

sabato 24 settembre 2022

Le catene di Satana

“Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: Donna, tu sei liberata dalla tua infermità. Pose le mani su di lei, e nello stesso momento ella fu raddrizzata e glorificava Dio. Or il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse fatto una guarigione di sabato, disse alla folla: Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire, e non in giorno di sabato. Ma il Signore gli rispose: Ipocriti, ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” Luca 13:11-16.


Il racconto della donna “tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi” mette in evidenza l'esistenza dei legami usati da Satana. Il concetto di liberare, sciogliere, ricorre più volte. Il Signore l'ha sciolta da quei legami; solo lui poteva farlo.

Questo tipo di malattia è la più comune fra gli uomini e, spesso, anche fra i credenti. Il legame di quella donna le impediva di raddrizzarsi. Incapace, in figura, di guardare in alto, verso Dio, aveva lo sguardo volto a terra e i pensieri assorbiti dalla sua condizione. Le cose di questa terra erano costantemente oggetto del suo sguardo.

Anche Lot ne aveva sofferto. I suoi occhi non si era alzati oltre la pianura di Sodoma. In questa condizione non vi è gioia ne gloria per Dio. Infatti leggiamo che dopo che fu sciolta da questi legami  glorificava Dio.

Il legame del formalismo.

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ed egli vi risponderà: Io non so da dove venite. Allora comincerete a dire: Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze! Ed egli dirà: Io vi dico che non so da dove venite. Allontanatevi da me, voi tutti, malfattori” 24-30.

Molti cercheranno di entrare ma non potranno. Terribile condizione quella di coloro che saranno chiamati dal Signore stesso “malfattori”, nonostante che abbiano mangiato e bevuto e assistito ai suoi insegnamenti nelle piazze. Si può vantare una comunione apparente (mangiare e bere), si può affermare di essere stati presenti  durante i suoi insegnamenti ma non aver mai avuto una relazione personale con Cristo. Non si è salvati perché frequentiamo una chiesa locale ne lo si è perché ascoltiamo con una certa regolarità i vari messaggi durante le riunioni. Si è salvati perché conosciamo Cristo personalmente e lo possediamo nei nostri cuori.

Il legame del gonfiore.

“Gesù entrò di sabato in casa di uno dei principali farisei per prendere cibo, ed essi lo stavano osservando, quando si presentò davanti a lui un idropico” 14:1. 

Questa malattia consiste nell'accumulo anormale di liquido che porta di conseguenza ad un rigonfiamento e rappresenta l'orgoglio. E' una “malattia” è distruttiva per il cristiano. Concentra l'attenzione su se stessi e impedisce di vivere una vita di comunione e sottomissione a Cristo. Gli uomini nel loro orgoglio prendono gloria gli uni dagli altri e preferiscono la gloria degli uomini a quella di Dio (1 cor. 4:18).

“E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo” 1 Pietro 5:5-6.

Tutti i credenti sono chiamati a rivestirsi di umiltà (l'abito dei servi) e il motivo è semplice:

perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Questa umiltà deve essere manifestata non solo in rapporto con gli altri, ma anche in rapporto a Dio.