Al giorno d’oggi, l’infatuazione
per la competizione sportiva ha raggiunto proporzioni sorprendenti. Intere
folle dedicano un vero culto a certi sport, come il calcio o il tennis. I
campioni dello sport sono i nuovi dèi. Quando uno di questi idoli segna un gol
o vince una partita, si verificano fenomeni di isterismo collettivo.
Il denaro ha una parte importante
in questo culto. Al di là delle culture dei vari popoli e delle loro
differenze, tali idoli hanno risonanza a livello mondiale. Le imprese
commerciali li associano alle campagne pubblicitarie per vendere meglio i
propri prodotti. Nella nostra società, le chiese si vuotano e gli stadi si
riempiono. Eppure, quel culto reso agli dèi dello sport non vincola nel tempo i
suoi adepti. Se il rendimento del campione diminuisce, si cambia idolo; il che
corrisponde all’instabilità propria degli uomini d’oggi. Gli idoli passano e
scompaiono con la loro gloria, presto sono dimenticati e sostituiti da altri.
Quello che Gesù Cristo propone non
è un’emozione superficiale ed effimera, ma una pace profonda e duratura. La
fede del credente lo impegna a vivere vicino al suo Salvatore e ad
assomigliargli. Non si tratta neppure dell'ammirazione di un giorno, ma di
una fede solida, duratura, dalle conseguenze eterne.