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giovedì 3 novembre 2022

La prova e la fede

Abrahamo, l'uomo di fede, è stato formato, forgiato da Dio. Ha giudicato la vecchia natura ed eliminato le sue infiltrazioni.

La prova alla quale Abrahamo è sottoposto non è solo dolorosa, ma è tale da mettere a nudo i risvolti più intimi della sua vita, da sondare a fondo i fondamenti stessi della sua fede.

Dopo aver atteso per tanti anni l'erede promesso, quando questo finalmente è stato miracolosamente donato, Dio ordina al padre di sacrificarlo.

Per  Abrahamo tutto viene messo in discussione, la sua fede è chiamata in causa su tutti i fronti. Vengono colpite le affezioni naturali: “Prendi il tuo figliuolo”, e nel punto più sensibile: “il tuo unico”, non Ismaele, ma l'insperato, l'insostituibile, “colui che ami”, colui che riempiva il suo cuore di padre.

Ma c'è di più, tutte le promesse di Dio riguardo alla progenie si reggevano su di lui.

E Abrahamo ha ritenuto “che Dio è potente anche di far risuscitare i morti” Ebrei 11:19.

La nascita di Isacco era stata un trionfo sulla morte. Sara “non era più in grado di essere madre” e il corpo di Abrahamo era “svigorito” (Romani 4:19; Ebrei 11:12).

Detto in altri termini: poteva la “progenie” perire? La fede risponde: no.