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venerdì 25 novembre 2022

Una piccola macchia biancastra

"Il SIGNORE parlò ancora a Mosè e ad Aaronne, e disse: Quando qualcuno avrà sulla pelle del suo corpo un tumore o una pustola o una macchia lucida e vi siano sintomi di piaghe di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aaronne o da uno dei suoi figli che sono sacerdoti. Il sacerdote esaminerà la piaga sulla pelle del corpo; se i peli della piaga sono diventati bianchi e la piaga appare più profonda della pelle del corpo, essa è piaga di lebbra; il sacerdote che l'avrà esaminata, dichiarerà quell'uomo impuro." Levitico 13:1-3.

La lebbra è una malattia terribile e ripugnante e questa malattia nella Scrittura tipifica il peccato come Dio lo vede. Non soltanto è una malattia che porta alla morte, ma è per cosi dire una morte graduale, lenta, poiché il corpo di colui che ne è colpito muore un po' alla volta mentre il malato continuava a vivere portando con se i segni della morte. Questa malattia raffigura il peccato e il suo inizio rassomiglia all'inizio insidioso del peccato. Niente di allarmante. Prima compare una semplice macchia biancastra e lucente. Proprio come il peccato all'inizio della sua manifestazione, non è appariscente e non preoccupa, ma i germi della morte ci sono già, perché il salario del peccato è la morte (Rom. 6:23). Così la lebbra, anche se incomincia con una minima lesione, porterà le membra a perdere man mano la sensibilità poi seguirà la morte.

Se,“la piaga appare più profonda della pelle del corpo”, il male non è superficiale ma profondo; la piaga è nel cuore. E adesso giunge la sentenza: “il sacerdote che l'avrà esaminata, dichiarerà quell'uomo impuro”. Credimi lettore: la dichiarazione del sacerdote sul tuo stato corrisponde a verità e rimane valida e immutata. Potresti anche non avere la minima idea di essere perduto, malato, impuro, ma stai percorrendo una via di morte. Potresti dire: non ho assolutamente la sensazione di essere “malato” o impuro, ma la situazione non cambia; il tuo problema non è il tuo giudizio ma quello di Dio.

Ho letto quanto è avvenuto nel secolo scorso nelle isole Hawaii ad un giovane, robusto. Una sera mentre si stava lavando, gli cadde su un piede una brocca di acqua bollente e non sentì nessun dolore anche se grosse vesciche si stavano formando sulla parte interessata. Fu allora che capì di essersi contagiato. Egli sapeva che i primi sintomi della lebbra era proprio la perdita di sensibilità. Morì alcuni anni dopo con il corpo devastato dalla lebbra.

La stessa cosa avviene al peccatore: è insensibile. Chi è nel peccato non si rende conto del suo stato. Alla dichiarazione del sacerdote qualcuno avrà ribattuto: mi sento in perfetta salute; non sono mai stato così in forma in vita mia e credo che quelli siano segni senza importanza. E il sacerdoti avrà risposto: No! Sei impuro e hai in te i germi della morte. Povero uomo la prima cosa che doveva imparare è che la sua opinione personale e quella degli altri non aveva nessun valore; l'unica che contava era quella del sacerdote.

Quando si è in questo stato, l'unica cosa da fare è recarsi dal sacerdote che è Cristo solo Lui può purificarci dal nostro peccato e dalle sue conseguenze.

“Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, gli si prostrò davanti, dicendo: Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi. Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: Lo voglio, sii purificato” Matteo 8:2-3.