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lunedì 12 maggio 2025

Correre o sedere alle porte?

La vita di Abrahamo e quella di Lot rappresentano due modi diversi con cui posso vivere oggi la mia vita di cristiano. Una vita così spesso fatta di alti e di bassi, di vittorie e di sconfitte, che fa di me, alternativamente, un Abrahamo un Lot a seconda del mio livello spirituale e della mia fedeltà.

Abrahamo crede, rinuncia, vive vicino a Dio. Il suo altare è una dimostrazione del suo rapporto con Dio, della sua pietà, della comunione con Lui. Il mondo, come diremo noi, non gli interessa: lui è più in alto. La sua vita è, nel suo complesso, la mia vita quando sono spirituale, di quando, cioè, lascio che lo Spirito che è in me operi con potenza. Sono i momenti più felici. La Parola di Dio ha più sapore e vi è gioia nel mio cuore. E' la vita “in alto” nel pieno godimento della vicinanza con Dio.

Ma ecco che c'è anche Lot, la città della pianura, con le sue febbrili attività, i suoi agi, i suoi pericoli. L'aria è inquinata le cui esalazioni continuano ad offuscare ogni giorno di più l'azzurro del cielo e la vista della montagna. C'è benessere, materialismo, attrazioni perché la pianura si presta meglio allo svolgimento di ogni attività umana. E poi c'è un rumore continuo che copre ogni altra voce. Se la montagna offre nutrimento per lo spirito la pianura offre nutrimento per la carne e le sue passioni. Lot è un credente che vive in basso,che sta seduto alle porte della città, E' contento? No! Affligge ogni giorno l'anima sua (2 Pietro 2:7-8). Non è facile risalire quando si è scesi così in basso invischiato con le cose della terra. Deve essere portato via a forza e solo Dio può farlo.

Dopo l'essere seduti ora esaminiamo il correre.

“Attirami a te! Noi ti correremo dietro!” Cant. Cant. 1:4.

Più conosciamo Cristo e più desideriamo conoscerlo. Più gli saremo vicini e più sentiremo il bisogno di rimanervi. C'è per noi in Cristo un tale universo di benedizioni che più ne avremo raccolte più desideriamo raccoglierne e appropriarcene. Man mano che gustiamo la realtà e la pienezza del suo amore diventiamo capaci di dire che esso “sorpassa ogni conoscenza” (Efesi 3:19). Sono lunghezze, larghezze, profondità, altezze che non siamo mai in grado di comprendere interamente e la sua presenza è una tale sorgente di gioia che, quando ne godiamo, il nostro cuore sospira per tale vicinanza.

Se io potessi leggere nel cuore della sposa che pronuncia queste parole: “Attirami a te! Noi ti correremo dietro!” vedrei scritto che il suo desiderio di essere vicino alla persona del Signore è così grande che, pur vicina che essa sia, prova come il sentimento di una distanza che la separa da Lui. Ecco il perché dei profondi sospiri del suo cuore: Attirami a te! Signore più vicino e lì che c'è crescita, progresso. “O Dio, tu sei il mio Dio, io ti cerco dall'alba; di te è assetata l'anima mia, a te anela il mio corpo languente in arida terra, senz'acqua” Salmo 63:1. 

Quando il Signore ci attira noi corriamo. Sono due magnifici fatti legati l'uno all'altro.