Nel Nuovo Testamento è difficile trovare una città ricca di significati religiosi come Cesarea di Filippi.
In questa città c'erano almeno quattordici templi dedicati a Baal. I greci proclamarono Cesarea di Filippi patria del grande dio Pan, il dio della natura. La supremazia di Roma vi era esaltata con un lucente tempio di marmo eretto in onore di Cesare che i romani celebravano come divinità. Vi era inoltre un tempio dedicato alla dea Diana e uno dedicato ad Astarte divinità siriana.
Era davvero un quadro impressionante. Un accozzaglia di falsi dei e divinità inesistenti.
E nel bel mezzo di questo mausoleo di statue, idoli d'oro e templi di marmo, Gesù dopo essersi guardato intorno rivolse ai suoi discepoli questa penetrante domanda: “E voi chi dite che io sia?” Marco 8:29.
L'enormità del quesito s'impone.
Voi avete scelto? Chi dite che io sia?
Pietro, senza esitare rispose: “Tu sei il Cristo”.
Molti hanno osservato Gesù, ma pochi lo hanno visto per ciò che Egli era veramente.
I loro occhi erano offuscati dalla nebbia della religiosità che l'uomo abbraccia facilmente in ognuna delle sue forme.
Esiste un unico Dio e un'unica via di salvezza.
“A chi mi assomigliereste, a chi mi eguagliereste, a chi mi paragonereste, quasi fossimo pari? ...perché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro; sono Dio, e nessuno è simile a me. Fuori di me non c'è altro Dio, Dio giusto, e non c'è Salvatore fuori di me” Isaia 45:5,9,21.