Anche noi un tempo eravamo
insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri,
vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma
quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per tutti gli uomini
sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste... ma per la
sua misericordia.
Tito
3:3-5
Amabile o amato?
Non
illudiamoci sulla nostra condizione morale davanti a Dio. Lui che vede fino al
fondo del nostro cuore denuncia i nostri difetti. Ma anzitutto Dio dichiara che
ci ama e ci perdona quando riconosciamo il male che è in noi. Se potessimo
essere perdonati in virtù della nostra amabilità o per qualche nostro merito,
la morte di Gesù Cristo per noi non sarebbe stata necessaria.
Dio
ha scelto di amarci per ciò che Egli stesso è, indipendentemente dal nostro
valore naturale. Il perdono che ci
concede è il puro risultato della sua
grazia. Noi lo riceviamo gratuitamente senza poter fare valere alcuna
giustizia personale.
Il
paradosso dell'Evangelo è che, benché noi non siamo amabili, ma anzi propensi
al male, Dio ci ama e ci perdona. Ecco l'insegnamento che risalta dalla Bibbia,
ecco il messaggio, così forte, della morte di Cristo e della sua risurrezione.
Noi
dobbiamo andare a Dio così come siamo,
abbandonando ogni pretesa. Il credente può dire: "Per Dio io non sono una
persona amabile, né degna, né perdonabile, ma Cristo mi ha amato ed è morto per
me!" Allora la vita cristiana si orienta sulla sua persona, perché lui
solo è amabile, lui solo è ammirabile!