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domenica 22 marzo 2015

22 Marzo

Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?
Luca 24:26

Non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati... ma con il prezioso sangue di Gesù Cristo.
1 Pietro 1:18-19

Solo?

Ad ogni tappa importante del processo della creazione, Dio constatò che ciò che aveva fatto "era buono". Però, per quanto riguarda l'uomo, osservò: "Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui". Dio allora formò la donna, che gli fu data come compagna (Genesi 2:18, 21-22).
Questo testo ha anche una portata simbolica: Gesù, l'uomo senza peccato, sarebbe rimasto solo nella sua perfezione se non fosse passato per la morte della croce. La sua persona e la sua vita perfetta erano così in contrasto con quelle degli uomini, che si trovava solo e tale sarebbe rimasto. Perché la sua Sposa, la Chiesa (che è l'insieme di tutti che hanno creduto nel valore del suo sacrificio), potesse essere unita a lui, occorreva che egli soffrisse e morisse. Il sonno di Adamo e l'apertura che Dio gli pratica nella carne per prendergli una costola sono delle immagini della sofferenza e della morte di Gesù. Al suo risveglio, Adamo scopre Eva, sua moglie. Gesù, dopo la sua risurrezione, ritrova quelli che hanno creduto in lui. Essi formeranno il nucleo della Chiesa nascente, la Sposa di Gesù Cristo.
Il Signore usa un altro paragone per farci capire la necessità della sua morte: "Se il granello di frumento, caduto in terra, non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto" (Giovanni 12:24). Il granello di frumento, se germina nella terra, è perché muore; ma è così che nasce una spiga colma di frutto. Non è la vita di Gesù che ci salva. È invece la sua morte e la sua risurrezione che ci assicurano il perdono, la pace e la vita con lui.