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domenica 8 marzo 2015

8 Marzo

(Gesù disse al Padre:) "Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare".
Giovanni 17:4

Il comandamento del Padre

L'evangelo di Giovanni presenta Gesù specialmente sotto l'aspetto di Figlio di Dio, creatore dell'universo che gli è sottomesso.
Tuttavia anche in questo evangelo Gesù insiste a più riprese sul fatto che Egli è venuto per compiere la volontà del Padre.
Questa volontà è quella dell'amore di Dio verso i peccatori: "Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio" (Giovanni 3:16). Per salvarci, occorreva la morte e la risurrezione del Figlio di Dio. Questi erano "il determinato consiglio e la prescienza di Dio" (Atti 2:23).
Ma è proprio in questo fatto che l'ubbidienza di Cristo è assolutamente unica. Il Signore Gesù è andato alla morte, come pure è uscito dalla morte, nel pieno possesso della sua sovrana potenza. La sua volontà non era costretta, come lo sarebbe stata quella d'una creatura, ma era all'unisono con quella del Padre in quest'opera redentrice. Cristo Gesù ha lasciato la vita volontariamente. Il suo potere non era intaccato dal fatto che gli uomini gli mettevano le mani addosso e lo crocifiggevano. E questo potere ha mostrato tutto il suo splendore nella risurrezione.

Il comandamento del Padre era che il Signore Gesù lasciasse la sua vita e che la riprendesse, cosa che lui ha fatto autonomamente, in quanto Figlio di Dio. Ed Egli, centro eterno dell'amore del Padre, dava a questo amore infinito una motivazione unica, per la gloria e la gioia del cielo: "per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi" (Giovanni 10:17).