(Gesù disse al Padre:) "Io
ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da
fare".
Giovanni
17:4
Il comandamento del Padre
L'evangelo
di Giovanni presenta Gesù specialmente sotto l'aspetto di Figlio di Dio,
creatore dell'universo che gli è sottomesso.
Tuttavia
anche in questo evangelo Gesù insiste a più riprese sul fatto che Egli è venuto
per compiere la volontà del Padre.
Questa
volontà è quella dell'amore di Dio verso i peccatori: "Dio ha tanto amato
il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio" (Giovanni 3:16). Per
salvarci, occorreva la morte e la risurrezione del Figlio di Dio. Questi erano
"il determinato consiglio e la prescienza di Dio" (Atti 2:23).
Ma
è proprio in questo fatto che l'ubbidienza di Cristo è assolutamente unica. Il
Signore Gesù è andato alla morte, come pure è uscito dalla morte, nel pieno
possesso della sua sovrana potenza. La sua volontà non era costretta, come lo
sarebbe stata quella d'una creatura, ma era all'unisono con quella del Padre in
quest'opera redentrice. Cristo Gesù ha
lasciato la vita volontariamente. Il suo potere non era intaccato dal fatto
che gli uomini gli mettevano le mani addosso e lo crocifiggevano. E questo
potere ha mostrato tutto il suo splendore nella risurrezione.
Il
comandamento del Padre era che il Signore Gesù lasciasse la sua vita e che la
riprendesse, cosa che lui ha fatto autonomamente, in quanto Figlio di Dio. Ed
Egli, centro eterno dell'amore del Padre, dava a questo amore infinito una
motivazione unica, per la gloria e la gioia del cielo: "per questo mi ama
il Padre; perché io depongo la mia vita
per riprenderla poi" (Giovanni
10:17).