RISURREZIONE,
GLORIFICAZIONE dei
credenti
Durante le giornate precedenti
abbiamo evidenziato che i nostri peccati sono stati perdonati in virtù del
sacrificio del Signore Gesù. Oltre a questo noi che spiritualmente eravamo “morti nei falli e nei peccati” (Efesini
2:1), siamo passati dalla morte alla vita (Giovanni 5:24/25), siamo stati
vivificati con Cristo (Efesini 2:1). Abbiamo ricevuto per mezzo della fede la
vita eterna (1 Giovanni 5:13). Questa realtà spirituale di fondamentale
importanza si è già prodotta in noi nel momento in cui abbiamo accettato Cristo
come Salvatore; è un fatto acquisito.
La parte spirituale del nostro
essere è già a beneficio della vita nel favore di Dio; in Cristo siamo stati
vivificati, ma possediamo ancora i nostri corpi mortali: la malattia,
l’invecchiamento e infine la morte sono ancora la parte dei credenti come di
ogni altro uomo. Nel destino biologico
di ogni uomo (nascita, vita, morte) constatiamo che il peccato continua a
produrre nel corpo le sue tristi conseguenze: “Tu sei polvere e in polvere tornerai” (Genesi 3:19).
La morte fisica continua a fare
inesorabilmente il suo corso. Ma la salvezza che Dio ci offre in Cristo, come
abbiamo avuto già modo di esprimere, è però completa e riguarda l’intero nostro
essere, quindi anche il nostro corpo. Tutto questo ci trasporta ad un aspetto
futuro della salvezza: la risurrezione e la glorificazione del nostro corpo.
Questo avrà luogo quando il Signore ritornerà: non sarà una guarigione
passeggera, ma una trasformazione radicale che ci donerà dei corpi gloriosi e
immortali.
Il Signore Gesù è donatore di vita “Io sono la vita” (Giovanni 11:25): noi
eravamo morti spiritualmente ed Egli ci ha trasmesso la vita, nello stesso modo
vivificherà i nostri corpi perché siano rivestiti di immortalità e portino la
sua immagine affinché “ciò che è mortale
sia assorbito dalla vita” (2 Corinzi 5:4).
Questa parte della salvezza avrà un
compimento futuro. Paolo nella lettera ai Romani si esprime in questo modo: “Sappiamo infatti che fino a ora tutta la
creazione geme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le
primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo. Poiché siamo
stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza;
difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora?” (Romani
8:23-24).
Se la risurrezione rappresenta
l’atto di tornare in vita, la contemporanea trasformazione del nostro corpo
mortale in uno simile a quello del Signore Gesù costituisce la nostra
glorificazione che è quindi il compimento assoluto della nostra salvezza:
sapendo che sangue e carne non possono ereditare il cielo, Dio trasforma il
nostro corpo mediante la sua potenza, affinché possiamo essere adatti ad
abitare nella Sua casa. La risurrezione e la glorificazione sono la ferma
speranza e la gioia più grande di ogni credente perché questi due avvenimenti
sono uniti all’incontro con il Signore .
Quando avrà luogo tutto questo?
Tutto ciò avrà luogo per i credenti che sono già morti e per quelli viventi nel
momento e in corrispondenza di un evento straordinario: il ritorno del Signore
Gesù.
Questa speranza si fonda sulle
parole del Signore: “Il vostro cuore non
sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! Nella casa del
Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a
prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò
e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e
del luogo dove io vado, sapete anche la via” (Giovanni 14:1-4).
Questo avvenimento, che può accadere
in qualsiasi momento, sarà improvviso, senza segni che lo preannunciano, non
sarà una venuta sulla terra e riguarderà solo i credenti.
Esaminiamo qualche dettaglio di
questo momento meraviglioso.
v RITORNO DEL SIGNORE – RISURREZIONE
“Fratelli, non vogliamo che siate
nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come
gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e
risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli
che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del
Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore,
non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con
un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e
prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti,
verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore
nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli
altri con queste parole” (1 Tessalonicesi 4:13-18).
Da questa fondamentale parte della
Parola impariamo che abbiamo:
1.
nessun
dubbio (v. 13): non dobbiamo essere nell’ignoranza circa la risurrezione;
2.
nessuna
tristezza (v. 13): abbiamo una speranza (la fede applicata alle cose
future);
3. nessuna disperazione: i
credenti morti sono definiti “addormentati” (vv. 13/14) o “morti in Cristo” (v.
16). Notiamo che il verbo dormire “koimao” è utilizzato nel Nuovo
Testamento sia per il sonno fisico sia per la morte fisica, ma soltanto quando
questa si riferisce a dei credenti (es. Giovanni 11:11; 1 Corinzi 15:6);
4. una
certezza: Gesù ricondurrà con Sé quelli che si sono addormentati e questo
si fonda sul fatto che Egli è morto e risuscitato (v. 14);
5.
una
sicurezza: è per la parola del Signore che questi insegnamenti ci sono dati
(v. 15);
6. una nuova
realtà: saremo sempre con il Signore (v. 17); “tornerò e vi accoglierò presso di me affinchè dove sono io siate anche
voi” (Giovanni 14:3);
7.
una
consolazione: consolatevi gli uni gli altri con queste parole (v.18). Tutti
i credenti insieme (i santi che saranno risuscitati e i viventi che saranno
trasformati) andranno ad incontrare il Signore sulle nuvole (lontano dagli
sguardi del mondo). L’espressione “incontrare” indica l’azione di uscire verso
una persona per andare con essa (vedi: Matteo 25:1 e Atti 28:15).
v L’ORDINE DEGLI AVVENIMENTI
- Alla venuta del Signore i credenti viventi non
precederanno i morti in Cristo che, invece, risorgeranno per primi: essi
precederanno, quindi, i viventi che saranno trasformati (v.15, vedi anche 1
Corinzi 15:51).
-
Verrà il Signore stesso (v. 16)
Con un ordine
|
un grido di
raccolta
|
Con voce d’arcangelo
|
una voce potente
|
Con la tromba di Dio
|
un richiamo
per introdurre i credenti nella gloria
|
Riflessione: “Noi aspettiamo il Salvatore, Gesù
Cristo, il Signore che trasformerà il corpo della nostra umiliazione
rendendolo conforme al corpo della Sua gloria” (Filippesi 3 v. 20-21).
• Effettivamente
Lo aspettiamo?
• Che
conseguenze ha nella nostra vita quest’attesa?
|
v COME RISUSCITANO I MORTI? CON QUALE CORPO TORNANO?
“Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti?
E con quale corpo ritornano?» Insensato, quello che tu semini non è vivificato,
se prima non muore; e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve
nascere, ma un granello nudo, di frumento per esempio, o di qualche altro seme;
e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito; a ogni seme, il proprio corpo.
Non
ogni carne è uguale; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle
bestie, altra quella degli uccelli, altra quella dei pesci. Ci sono anche dei
corpi celesti e dei corpi terrestri; ma altro è lo splendore dei celesti, e
altro quello dei terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore
della luna, e altro lo splendore delle stelle; perché un astro è differente
dall'altro in splendore.
Così
è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e
risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato
debole e risuscita potente; è seminato corpo naturale e risuscita corpo
spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale. Così anche
sta scritto: «Il primo uomo, Adamo,
divenne anima vivente»; l'ultimo Adamo è spirito vivificante. Però, ciò
che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò
che è spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo
uomo è dal cielo. Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è
il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del
terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste. Ora io dico questo,
fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio; né i corpi
che si decompongono possono ereditare l'incorruttibilità” (1 Corinzi
15:35-50).
In tutto il capitolo 15 della prima
lettera ai Corinzi Paolo presenta in dettaglio la risurrezione e i suoi
risultati eterni. In primo luogo “la primizia di quelli che dormono” già
vista nella giornata precedente e poi nei versetti seguenti affronta la
risurrezione dei credenti.
A partire dalla domanda del v. 35
Paolo si sofferma sulla questione “con quale corpo” per dimostrare la
differenza tra il corpo terrestre e il corpo celeste: questa differenza sarà
così immensa che le parole umane sono insufficienti a descrivere la gloria
futura dei credenti. Del resto, l’intelligenza umana è in grado di concepire e
rappresentare solo pensieri che si accordano con la realtà visibile e non la
risurrezione di esseri corporali che sono morti da secoli, i corpi dei quali
sono interamente decomposti, o che si
sono addirittura distrutti nell’atto di morire (guerre, incendi, terremoti) è
addirittura inconcepibile.
Ma per coloro che credono in Colui
che è morto per loro e che è già risuscitato dai morti mettendo in luce la vita e l’immortalità (2 Timoteo 1
v.10), la risurrezione è un obiettivo di speranza e di gioia.
v.
36 La morte non è la fine, ma un passaggio verso la risurrezione.
v.
37/38 L’esempio del seme. L’attenzione è posta sulla creazione visibile per
notare che:
- la nuova pianta, il corpo di risurrezione, è
molto diversa da ciò che è stato deposto nella terra pur provenendo una
dall’altro;
-
il seme è nudo, cioè non ha ancora vestito né
l’incorruttibilità, né l’immortalità;
-
il semplice grano deve essere ricoperto di
terra, figura della morte del corpo naturale;
-
c’è un intervallo di tempo tra il seme e la
nuova pianta;
-
ognuno avrà un corpo come è stabilito da Dio;
- a ogni seme il proprio corpo, ovvero, al momento
della risurrezione, ogni credente avrà il suo corpo glorioso.
Dopo questo esempio seme-pianta, che
mette in luce la differenza tra il corpo attuale e quello di risurrezione, i
versetti successivi evidenziano lo stesso concetto, descrivendo come in natura
vediamo delle diversità tra le creature appartenenti al regno animale (v. 39) e
i corpi celesti (v. 40).
v.
42 (e v. 50) Da corruttibile a corpo incorruttibile.
Ovvero senza corruzione, un corpo che non è più soggetto a malattie,
invecchiamento, deterioramento morte e decomposizione, inalterabile, un corpo
che ha le stesse caratteristiche della nostra eredità: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella
sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la
risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza
macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi, che dalla potenza
di Dio siete custoditi mediante la fede, per la salvezza che sta per essere
rivelata negli ultimi tempi” (1 Pietro 1:3-5).
Approfondimento: Questo non ci deve far pensare
che sarà simile al corpo che aveva Adamo prima di peccare, perché sarà
“superiore”, in quanto conseguente alla morte della croce e alla risurrezione
del Signore Gesù, grazie alle quali:
-
ha vinto per sempre il peccato;
-
ha vinto per sempre la morte e la separazione
da Dio;
-
ha vinto per sempre sulla sofferenza e sulla
malattia ;
-
ha vinto e distrutto le opere del diavolo
|
v.
43 Da ignobile a glorioso, cioè
ripieno di onore, maestà e dignità: “Simili al Signore Gesù” (1 Giovanni 3:2) e
“trasformerà il corpo della nostra
umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:21).
Possiamo dire che non vi è nulla di nobile nel processo che conduce alla morte
e nella morte in se stessa. Ricordiamoci che in Israele il contatto con un
corpo morto generava contaminazione. La morte era contaminante. Il corpo
risuscitato è caratterizzato da gloria, non disonore.
v.
43 Da debole a potente, pieno di
forza. Cari ragazzi, in questa fase della vostra vita probabilmente molti di
voi si sentono forti, al massimo delle proprie potenzialità fisiche e
intellettuali. Quanto durerà questa situazione? Non passerà molto tempo e vi
renderete conto che il vostro corpo è fragile, soggetto ad un inesorabile
indebolimento e deterioramento. Non così per il corpo di risurrezione! La
risurrezione dei nostri corpi testimonia della grandezza di questa potenza!
v. 44
Da naturale a spirituale, cioè in
una dimensione che non è quella materiale e che non risponde più agli istinti
naturali, ma è dominata dallo spirito. Il
nostro corpo attuale è un corpo naturale (o animale come alcune versioni
traducono) e, cioè, adatto all'esigenze dell'anima. L'anima, nel senso di
istinti, sentimenti, ha preso il sopravvento su tutto ed è praticamente padrona
dell'uomo. Il corpo alla risurrezione è, invece, un corpo spirituale, cioè
adatto ed in armonia con le caratteristiche dello spirito ed è per questo che
le attuali limitazioni cesseranno, anche perchè non sarà più un corpo
corruttibile, ma ci sembra che la
Parola di Dio faccia rimarcare l'armonia corpo-spirito in
rapporto al corpo della gloria.
“Gesù disse loro: «I figli di questo mondo sposano e sono sposati; ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti, non prendono né danno moglie; neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione” (Luca 20:34-36).
“Gesù disse loro: «I figli di questo mondo sposano e sono sposati; ma quelli che saranno ritenuti degni di aver parte al mondo avvenire e alla risurrezione dai morti, non prendono né danno moglie; neanche possono più morire perché sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione” (Luca 20:34-36).
v.
45-46 Questi versetti ci introducono ad una verità capitale che riguarda un
grande contrasto: il primo e l’ultimo Adamo. “Il primo Adamo” fu fatto anima vivente (v. 45 - Genesi 2:7). “L’ultimo Adamo” (il Signore Gesù) è di
un ordine totalmente differente “è spirito vivificante”. Il primo Adamo è
divenuto un’anima vivente, in quanto Dio gli “soffiò nelle narici un alito vitale”. Egli dunque possedeva un
corpo naturale (terrestre). Tutti coloro che discendono da lui sono ugualmente
terrestri, sono del suo stesso ordine. Benché vero uomo, il Signore Gesù, il
secondo uomo, è spirito vivificante, è Colui che può trasmettere la vita, è
celeste, è il capostipite di una nuova razza. Evidenziamo anche che Egli è
l’ultimo Adamo, non ve ne sarà un altro dopo di Lui. Noi come credenti
apparteniamo a questo nuovo ordine, di cui Lui è il capo. Notiamo che Egli non
è soltanto “l’ultimo Adamo”, ma anche il
“secondo uomo”. Secondo questa espressione è come se tra Adamo e Cristo gli
altri uomini non contassero. Ad esempio Caino, non era il secondo uomo, ma era
di fatto Adamo riprodotto alla generazione successiva e così è per tutte le
generazioni seguenti. Che grazia sapere che cronologicamente viene prima ciò
che è naturale e poi ciò che è spirituale.
v.
47-49 Da terrestre a celeste:
l’origine del primo uomo è la terra (Adamo ->adham ->terra), quella del
secondo uomo è il cielo. Cristo non è la
riproduzione di Adamo. Lo abbiamo esaminato con l’incarnazione. Quando Egli è
nato da una vergine per mezzo dello Spirito Santo, è apparso un uomo di un
ordine completamente diverso, degno di essere chiamato “il secondo uomo”,
divenendo a sua volta il capo di una nuova razza. Per quanto ci riguarda, noi
abbiamo cominciato la nostra storia come figli dell’Adamo terrestre, portando
la sua immagine. Portati a Cristo, oggetti dell’opera divina, noi siamo stati
trasferiti dalla linea terrestre a quella celeste. Fino ad ora questo
cambiamento non riguarda i nostri corpi, noi portiamo ancora l’immagine “del
terrestre” e, di conseguenza, i nostri corpi sono ancora soggetti al declino e
alla morte. Nella risurrezione noi porteremo l’immagine “del celeste”, perché dobbiamo
essere resi conformi all’immagine del Figlio di Dio, e questo non soltanto per
quanto riguarda i caratteri morali, ma anche per ciò che concerne i nostri
corpi. Pensiero glorioso! Come risuscitano i morti in Cristo? In una condizione
di perfezione e di gloria!
v.
54 Da mortale a immortale, non più soggetto al tempo: “Chiunque vive e crede in me non morirà mai”
(Giovanni 11:26). Questo fatto che il corpo viene trasformato da corruttibile a
incorruttibile, da mortale a immortale, ci evidenzia la differenza che c’è tra
qualcosa di temporaneo (il nostro corpo naturale) e qualcosa che è duraturo (il
corpo spirituale). Paolo (in 2 Corinzi 5:1) e Pietro (in 2 Pietro 1:13)
descrivono il corpo paragonandolo a una tenda, cioè a una dimora temporanea
come quella di un pellegrino che viene spostata in continuazione fino a quando,
consumata e disfatta, dovrà essere lasciata. Ma la Parola di Dio non parla del
“corpo della nostra umiliazione”
(umiliazione>humus = terra) per rattristarci, bensì per incoraggiarci,
facendoci capire che si tratta di un debole involucro temporaneo in attesa di
quello definitivo, eterno e glorioso. “Quanto
a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il
Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra
umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere
che ha di sottomettere a sé ogni cosa” (Filippesi 3:20-21).
Che bello poter considerare che Dio,
nel suo pensiero eterno, ci ha già giustificati, risuscitati e glorificati (Romani
8:28-29) dandoci in dono la vita eterna (Giovanni 3:16).
“Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato
ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato
saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa
speranza in lui, si purifica com'egli è puro” (1 Giovanni 3:2-3).
Riflessione: Ricerchiamo
questa purificazione? Il peccato domina ancora i pensieri e le azioni
della nostra vita?
|
v LA
RIVELAZIONE DI UN
MISTERO: LA TRASFORMAZIONE
“Ecco, io vi dico un mistero: non tutti
morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio, al
suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno
incorruttibili, e noi saremo trasformati. Infatti bisogna che questo
corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità”
(1 Corinzi 15:51-53).
La risurrezione dei morti era già
nota ai credenti dell’Antico Testamento e ai contemporanei del Signore Gesù, come
affermato da Marta (sorella di Lazzaro – Giovanni 11 v. 24) che parla di una risurrezione
“nell’ultimo giorno” e andando indietro nel tempo anche altri credenti: Abramo
(Ebrei 11 v. 19); Giobbe (libro di Giobbe 19 v. 25), Davide (Salmo 16 v. 10 e
17 v. 15), Daniele (libro di Daniele 12 v. 2 e 13) e altri hanno manifestato
fede in una futura risurrezione pur senza sapere i tempi e i modi in cui si
sarebbe realizzata. Quindi, il mistero di cui parla Paolo al v. 51 è quello
della trasformazione dei credenti viventi alla venuta del Signore Gesù per il
rapimento dei Suoi, è la rivelazione della sorte dei credenti ancora in vita
alla venuta del Signore. Questi ultimi ovviamente non possono prendere parte
alla risurrezione, ma saranno direttamente mutati e avranno il loro corpo
glorioso esattamente come i credenti morti e risuscitati (v. 53 e 54).
Tutto questo avverrà in un
intervallo di tempo brevissimo: “in un
momento, in un batter d’occhio” [prima i morti in Cristo (1 Tessalonicesi
4) e al suono dell’ultima tromba].
Riflessione: Quante chiamate fa Dio perché gli
uomini possano essere salvati, ma al suono di quest’ultima tromba non ci sarà
il tempo per pentirsi e convertirsi, lo squillo chiamerà solo quelli che sono
già Suoi; dopo altre trombe suoneranno, ma per annunciare severi giudizi
sulla terra (Apocalisse 11), caratterizzando un periodo di persecuzioni e
sofferenze, mentre i Suoi saranno già nel cielo (Apocalisse 4 v. 4 e 11 v.
16). Approfittiamo adesso della grazia e della pazienza di Dio.
|
v LA VITTORIA SULLA MORTE
Il capitolo 15 che abbiamo esaminato
termina con un grido di vittoria. La vittoria sulla morte. Nello stato eterno,
quando ci saranno nuovi cieli e nuova terra, la morte e il peccato saranno aboliti.
I credenti però, che come abbiamo detto al ritorno del Signore saranno risuscitati
o trasformati, gustano già di questa vittoria. Infatti, è detto: ”quando poi questo corruttibile avrà
rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità allora
sarà adempiuta la parola che è scritta: “La morte è stata sommersa nella
vittoria”. “O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?” (vv.
54-55). Pensiamo che i credenti risuscitati potranno dire: “O morte dov’è la
tua vittoria?” e i credenti trasformati potranno esclamare “O morte dov’è il tuo dardo?”. Cosa dire di
fronte a queste cose? “Ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del
nostro Signore Gesù Cristo” (1 Corinzi 15:57).
v LA REALTA’ DELLA GLORIFICAZIONE
Cari ragazzi, guardando indietro
alla nostra salvezza e ai privilegi nei quali siamo stati introdotti, possiamo
esclamare come Giovanni: “Vedete quale
amore ci ha manifestato il Padre dandoci di essere chiamati figli di Dio! E
tali siamo” (1 Giovanni 3:1).
Guardando avanti abbiamo una
meravigliosa prospettiva. Nel versetto seguente è detto che “saremo simili a Lui”(1 Giovanni
3:2). Il fine della salvezza e la grande speranza di ogni credente è quella di
essere con Cristo e questo significa che saremo in una nuova posizione, realizzando quanto affermato dal Signore stesso: “affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3).
Ma c’è ancora qualche cosa di più,
perché Dio non si prefigge soltanto di porci in una nuova posizione, ma anche
in una nuova condizione e
questa nuova condizione è di essere simili a Cristo. Il pensiero di questa
nuova realtà dovrebbe rendere ogni credente gioioso e desideroso di quel
momento che, in effetti, non sarà un momento, ma sarà l’eternità. Quando saremo “per sempre con il Signore” (1 Tessalonicesi 4:17) allora, resuscitati
o perfettamente trasformati e resi gloriosi, quello che ora immaginiamo,
vedendolo in modo imperfetto come in un antico specchio, Lo vedremo
(constateremo) faccia a faccia,
e quello che ora conosciamo in parte sarà da noi pienamente conosciuto, fino a comprendere come noi siamo
stati da Dio perfettamente conosciuti
(1 Corinzi 13:12), cioè amati e perfettamente
salvati.
APPROFONDIMENTO:
v LE DUE RISURREZIONI
La Parola di Dio ci presenta due
risurrezioni che sono distinte sia dal punto di vista qualitativo, sia dal
punto di vista cronologico.
Il Signore Gesù quando era su
questa terra disse: “L'ora
viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne
verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio” (Giovanni
5:29).
Vi è, quindi, una risurrezione di vita
che riguarda solo i credenti e una risurrezione di giudizio che
riguarda solo gli increduli.
G Distinzione “qualitativa”.
La risurrezione di vita è il
compimento dell’opera di Cristo riguardo alla vivificazione dei credenti; la
potenza della risurrezione è già applicata alle loro anime quando sono stati
rigenerati e ora è applicata ai loro corpi. La risurrezione di giudizio, invece,
avrà luogo affinché gli increduli siano giudicati. Vi sono quindi due
risurrezioni che si differenziano nel carattere e in riferimento alle persone
che vi partecipano. Il carattere delle due risurrezioni distingue, in modo
sostanziale dal punto di vista qualitativo, questi avvenimenti. La
risurrezione di vita è l’applicazione ai nostri corpi della potenza della
vita del nostro Salvatore che compirà la redenzione dei nostri corpi. Questo è
uno dei risultati di ciò che Cristo ha fatto per i Suoi riscattati, quando li
ha salvati dal giudizio.
La risurrezione di giudizio è la
rivendicazione (attraverso il giudizio) della gloria del Signore Gesù, la
gloria di Colui che “ha autorità di giudicare” perché è il Figlio dell’Uomo;
è l’esercizio del giudizio di Dio nei confronti di coloro che hanno rifiutato
di credere.
Possiamo dire che in entrambi i
casi la potenza divina è all’opera, ma che gli scopi e i risultati sono
diversi.
Per quanto riguarda i credenti,
essi sono “predestinati a essere
conformi all'immagine del Figlio suo (di Dio), affinché egli sia il
primogenito tra molti fratelli” (Romani 8:29). Ecco il risultato completo
della redenzione. La risurrezione di un credente non è qualcosa di
preliminare ad un giudizio che deciderà quale sarà il suo stato futuro, ma è
l’introduzione in una condizione nella quale sarà simile a Cristo e dimorerà per
sempre con Lui nella casa del Padre. I credenti sono risuscitati in gloria!
L’opera di Cristo è, così, completa ed efficace per cui attraverso la
risurrezione o trasformazione del corpo i credenti sono resi immediatamente
conformi al loro Salvatore glorificato. Questo non si applica alla
risurrezione degli increduli, i quali saranno risuscitati per esser
giudicati!
Il pensiero di una risurrezione
comune, dal cui risultato dipenderà un giudizio positivo o negativo, è
contrario all’insegnamento della Parola di Dio.
G Distinzione da un punto di vista
cronologico
La Parola di Dio non ci presenta una
risurrezione generale che avviene in un preciso momento. Ci parla di un
ordine temporale, di una prima risurrezione che riguarda i credenti e di una
risurrezione successiva che concerne gli increduli.
All’interno della prima risurrezione che riguarda i
credenti, chiamata anche nella Parola risurrezione di vita o risurrezione dai morti, si possono distinguere
tre fasi successive tra loro:
a) la risurrezione di
Cristo ("Cristo ... la primizia di quelli che dormono" (1 Corinzi
15:20), "... il primogenito dai
morti" (Colossesi 1:18);
b) la risurrezione dei
santi che sono passati per la morte del corpo, quando al suo ritorno il
Signore verrà per prendere tutti i Suoi riscattati (i viventi saranno mutati)
(cfr: 1 Tessalonicesi 4:15-17 e 1 Corinzi 15:23). In questa fase non è parlato
di risurrezione degli increduli;
c) successivamente a questo
avvenimento vi sarà un periodo di giudizi sulla terra che durerà sette anni.
In questi momenti vi saranno degli uomini che si convertiranno, molti dei
quali saranno perseguitati e uccisi.
La seconda metà di questo periodo di 7 anni viene definita “la grande
tribolazione”. Al termine di questi terribili momenti vi sarà la terza fase
della prima risurrezione: la risurrezione dei martiri della grande
tribolazione per regnare con Cristo nel regno millenniale (Apocalisse 20:5-6).
“Beato e santo chi partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha più
potere la morte seconda”.
Anche in questa fase non ci è
parlato della risurrezione degli
increduli.
Apocalisse 20:5 ci aiuta a
comprendere che ci sono risurrezioni distinte tra credenti e increduli.
Infatti è detto: “Gli altri morti non tornarono in vita
prima che i mille anni furono trascorsi i mille anni”.
Chi sono questi altri morti? Sono
gli increduli di tutti i tempi che saranno giudicati secondo le loro opere
davanti al grande Trono Bianco. “La
loro parte sarà nello stagno di fuoco e di zolfo che è la morte seconda”,
ovvero l’eterna separazione da Dio nei tormenti e nel rimorso per avere
rifiutato questa grande salvezza.
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