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mercoledì 18 marzo 2015

Bethel 2014 - Parole di una grande Salvezza (Capitolo 7)

Uno sguardo nella gloria

Cari ragazzi, eleviamo i nostri occhi al cielo, gli occhi della fede. Che cosa vediamo? “Vediamo … Gesù coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto” (Ebrei 2:9). Il nostro Salvatore è morto, è risuscitato, ed è glorioso nel cielo. “D_opo aver fatto _la _purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi” (Ebrei 1:3). Abbiamo già considerato quanto sia stato profondo l’abbassamento del Signore Gesù nella Sua incarnazione. “Spogliò se stesso prendendo forma di servo, diventando simile agli uomini … umiliò se stesso facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce” (Filippesi 2:7-9) e  discese “nelle _parti _più _basse della terra”. Se nessuno si è abbassato tanto come il Signore Gesù, possiamo affermare che nessuno è stato innalzato come Lui. Ora possiamo contemplare Colui che “Dio ha sovranamente innalzato” (Filippesi 2:9). E’ degno di nota evidenziare che il termine huperupsoo, tradotto con sovranamente esaltato, compare una volta sola nel Nuovo Testamento, in questo passo che parla della glorificazione del Signore, e questo ci fa comprendere l’unicità di questa esaltazione. In  Efesini 4:9 ci è detto: “Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa”.
Il Signore Gesù, Uno con il Padre, era nella gloria ed era glorificato prima della creazione del mondo.
In Giovanni 17, rivolgendosi al Padre, parla di una gloria che Egli aveva presso di Lui “prima che il mondo esistesse” (Giovanni 17:5). Possiamo dire che il Signore Gesù, dopo avere compiuto perfettamente l’opera della redenzione, ritorna nella gloria in una condizione nuova, quella di Uomo glorificato.
In 1 Timoteo 3:16 leggiamo: “Colui che è stato manifestato in carne … è stato elevato in gloria”.

La glorificazione del Signore ha degli effetti che riguardano la nostra salvezza nell’aspetto passato, presente e futuro

Passato
La sua posizione attuale nel cielo come Uomo glorificato, seduto alla destra della Maestà, ci parla di tutta la piena soddisfazione che Dio ha provato nel compimento perfetto dell’opera della redenzione e nella gloria che Cristo Gli ha dato. Il Signore Gesù  è entrato nel cielo alla presenza di Dio con il proprio  sangue. Tutto questo è per noi sinonimo di sicurezza. 
Noi vediamo nel cielo il Mediatore, il Garante di un nuovo patto, un patto migliore (Ebrei 8:6); un patto che si basa non sulla responsabilità dell’uomo, ma sul valore eterno del Proprio sacrificio. “Gesù dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati e per sempre si è seduto alla destra di Dio” (Ebrei 10:12). Tutto questo ci parla di qualcosa di completo, di definitivo. La posizione seduto, evidenzia che vi è un riposo rispetto a ciò che riguarda la questione del peccato. 

Presente
 Il Signore Gesù nel cielo, al tempo presente ha una funzione di Sacerdote, Egli è il fedele e misericordioso sommo Sacerdote che viene in aiuto in favore dei Suoi (Ebrei 2:17/18). Cristo, oggi, si occupa di coloro che Gli appartengono e che, attraversando questo mondo, hanno bisogno delle Sue cure. E’ un sacerdote che “simpatizza con le nostre debolezze”, non con una debolezza colpevole, ma quella della creatura che è provata, tentata e continuamente esposta al pericolo di peccare. Sappiamo, inoltre, che se dovessimo peccare, oggi abbiamo nel cielo il nostro avvocato Gesù Cristo il giusto, sempre pronto a prendere la nostra causa in mano (1 Giovanni 2:1). “Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è Colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è quel che è morto e, ancor di più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”.
Oltre a questo possiamo dire che Egli è Colui nel quale siamo “benedetti di tutte le benedizioni spirituali nei luoghi celesti” (Efesini 1:3).

Futuro
La Sua presenza alla destra di Dio è per noi una preziosa sicurezza e la garanzia del nostro avvenire eterno. C’è un luogo dalle molte stanze, che è sempre esistito, la Casa del Padre, e che un giorno sarà la nostra dimora eterna. Di questo ne abbiamo la certezza, perché il nostro Salvatore ci ha reso accessibile questo luogo. Egli è ora quale precursore nel cielo, nella casa del Padre. Rivolgendosi ai discepoli aveva spiegato che avrebbe preparato quel luogo con uno scopo ben preciso: “affinchè dove son io siate anche voi” (Giovanni 14:3). Presto il Signore ritornerà, risusciterà i morti e trasformerà i viventi e ci introdurrà nel cielo. Allora, nella Sua pienezza, potremo contemplare la Sua gloria secondo il desiderio che Egli aveva detto: “Padre io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai data” (Giovanni 17:24).

Che grandi certezze, che grandi benedizioni, che grandi prospettive abbiamo, grazie alla presenza del Signore Gesù nel cielo!

Appendice: IL TERZO GIORNO

L’espressione “IL TERZO GIORNO” è legata alla risurrezione. In Osea 6:2 leggiamo: “In due giorni ci darà la vita; il terzo giorno ci rimetterà in piedi e noi vivremo alla sua presenza”. Il profeta sembra esprime una certezza più che una speranza. Così come certamente Dio ha risuscitato il loro Messia dai morti, il passo sottintende sicuramente la risurrezione di Cristo, Dio “risusciterà” il Suo popolo. 

In questo passo si tratta sicuramente di una “risurrezione nazionale” così come ci è descritta in Ezechiele 37 che spiega la necessità dei due giorni necessari per farli rivivere e il terzo giorno per ristabilirli:
1)     si fece un rumore ed esso un movimento: le ossa si accostarono le una alle altre
2)     ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne e la pelle ricoprirle
3)     e lo Spirito entrò in essi
E il capitolo si conclude: “voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe”.
Questa risurrezione nazionale come la nostra risurrezione corporale è, dunque, legata a quella di Cristo.

Il terzo giorno è il giorno in cui Dio interviene in potenza per risuscitare il Signore dai morti. È a questo che l’Antico Testamento rende testimonianza: “Cristo … che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture” (1 Corinzi 15:4). 
In effetti, la Parola ci mostra Isacco sotto la sentenza di morte già dal ”terzo giorno”, giorno in cui, in figura, è risuscitato (Genesi 22).
Anche Giona è tipo di Cristo, come del residuo di Israele; gettato in mare e inghiottito dal grande pesce è gettato “il terzo giorno” (Giona 2) sulla terra asciutta. Di questo il Signore ne fa una figura stessa della Sua morte e della risurrezione (Matteo 12:40).

Ma nel Vecchio Testamento la risurrezione è annunciata come essendo la conseguenza necessaria della morte.
Il Salmo 16:10 ci dice che non conoscerà la corruzione della morte e seguirà la vita: “… né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione. Tu m’insegni la via della vita”.
Nel Salmo 110:2 Egli è seduto alla desta di Dio dopo essere stato perseguitato per farlo morire (Salmo 109:16).
Ebrei 2:9 Lo vede coronato di gloria e di onore dopo essere stato fatto di poco inferiore agli angeli.

Tutto questo è vero del Signore, Colui che è morto e risuscitato “per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Luca 2:32).