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venerdì 11 marzo 2016

11 Marzo

(L’apostolo Paolo disse:) “In pubblico e nelle vostre case… ho avvertito solennemente… di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo”.
Atti 20:20, 21

Il pentimento: un cambiamento interiore

Nel vangelo di Marco, la prima frase di Gesù è un invito a pentirsi: “Ravvedetevi e credete al vangelo” (Marco 1:15). Anche i primi cristiani invitavano al pentimento (Atti 20:20-21). Ma cos’è il pentimento? e perché la Bibbia insiste tanto a questo riguardo?
Il pentimento non è una sorta di autopunizione per espiare le proprie colpe. Non è neppure un rimorso o una dolorosa mortificazione, e nemmeno semplice tristezza o rincrescimento, ma è un ritorno pieno di speranza verso Dio, il Dio giusto e salvatore che ci chiama ad andare a Lui (Isaia 45:22).
Quando ho letto la Bibbia e ho creduto al suo messaggio, è come se un potente riflettore fosse venuto a rischiarare la mia coscienza e a mostrarmi che sono un peccatore davanti a Dio. Allora, come il giovane profeta Isaia, mi sono reso conto di essere perduto (Isaia 6:5). Questa presa di coscienza, questa accettazione di ciò che Dio ha visto in me è il pentimento; io ho riconosciuto giusto il Suo giudizio sulla mia condotta e sui miei atti passati e ho creduto col cuore nella “buona notizia” del Suo perdono.

È la bontà di Dio che mi ha spinto al pentimento (Romani 2:4); e poiché il vero pentimento è come un “dietrofront”, adesso, invece di seguire la mia volontà, mi impegno a seguire quella di Dio e a mettere in pratica ciò che la Bibbia mi insegna.