Egli (Cristo) ha portato i nostri peccati nel
suo corpo, sul legno della croce.
1 Pietro 2:24
Una sofferenza unica
Il
Signore ha sofferto da parte degli uomini; è stato deriso, frustato, inchiodato
alla croce. Erano le sofferenze “per la sua giustizia”. Ma ha sofferto anche da
parte di Dio che puniva su di Lui i nostri peccati e le nostre colpe di cui
volontariamente si era caricato.
Durante
le tre ore di tenebre, Gesù sulla croce è stato il perfetto “sacrificio per il
peccato”, “una cosa santissima” per Dio, raffigurato dai sacrifici che
offrivano gli Israeliti il cui sangue era portato fino nel luogo santissimo del
tabernacolo. Il valore del sacrificio di Cristo è alla presenza di Dio per
sempre (Ebrei 13:11-12, Levitico 6:8, 7:12, 16:15).
Il
Signore Gesù si è reso responsabile dei nostri peccati, ma Lui era innocente e
perfettamente giusto. “Egli non commise peccato, e sulla sua bocca non si è
trovato inganno” (1 Pietro 2:22-24, Ebrei 9:28). Così, Dio “ha fatto diventare
peccato per noi” Colui che “non aveva conosciuto peccato”, “affinché noi
diventassimo giustizia di Dio in Lui” (2 Corinzi 5:21).
Oh, quanto Tu soffristi, Agnello crocifisso!
Con l’infinito sguardo scrutasti il cupo
abisso,
e sopra l’infinito tuo cuore, in quel
momento,
tutto gravò l’eterno
nostro mortal tormento.
Il
Suo amore è stato “forte come la morte... I suoi ardori sono ardori di fuoco,
fiamma potente… i fiumi non potrebbero sommergerlo” (Cantico dei Cantici
8:6-7). Così noi possiamo proclamare: “A Lui che ci ama e ci ha liberati dai
nostri peccati col suo sangue, e che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti
al suo Dio e Padre, a Lui siano la gloria e la potenza nei secoli dei secoli.
Amen.” (Apocalisse 1:5-6).
(tratto da “Ecco l’Uomo!”
Edizioni Il Messaggero Cristiano))
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