Quelli
che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone. Queste cose
sono buone e utili agli uomini.
Tito 3:8
Fede, testimonianza, servizio
Il
Signore Gesù, nel capitolo 7 del Vangelo di Giovanni, si presenta come la sorgente
del fiume dell’acqua della vita. Chiunque crede in Lui è chiamato a lasciar
scorrere le acque benefiche, di cui è il “canale”, a favore di quelli che gli stanno
intorno; e più seminerà liberalmente più riceverà liberalmente; com’è scritto:
“C’è chi offre liberalmente e diventa più
ricco, e c’è chi risparmia più del giusto e non fa che impoverire”
(Proverbi 11:24).
Il
credente è posto in una posizione di dolce privilegio e, nello stesso tempo, di
solenne responsabilità; è chiamato ad essere il testimone costante della grazia
di Colui in cui crede e a manifestare questa grazia in ogni suo atto e in ogni
sua parola. Più si nutrirà di Cristo, col cuore rivolto a Lui e occupato della
Sua persona adorabile, più la sua vita renderà una testimonianza vera, e non
equivoca, alla grazia che gli è stata rivelata.
La
fede è la potenza del servizio e la potenza
della testimonianza. Se non vivo “nella fede nel Figlio di Dio il quale mi
ha amato e ha dato se stesso per me” (Galati 2:20), come scrive Paolo, non sarò
né un servitore utile né un testimone fedele. Potrò fare molte cose, ma senza servire Cristo; potrò parlare molto, ma
senza rendere testimonianza a Cristo; potrò dimostrare molta pietà e molta
devozione, ma il mio servizio non sarà né vero, né spirituale.