“Beato
l’uomo… il cui diletto è nella legge del SIGNORE e su quella legge
medita giorno e notte… Tutto quello che fa prospererà”.
Salmo 1:1-3
La ruminazione
Secondo
la Legge data anticamente al popolo d’Israele per mezzo di Mosè, c’era una
distinzione da fare fra gli animali: i “puri” erano quelli che si potevano
mangiare e offrire a Dio, gli “impuri” erano assolutamente da evitare (Levitico
11:2-23). Fra le caratteristiche che rendevano puri i mammiferi erbivori (v.
6), la ruminazione era la più importante. La ruminazione è come una seconda
digestione, un ripassare alimenti già utilizzati per trarne ulteriore nutrimento.
È
quello che noi dobbiamo fare con la Parola di Dio: “mangiarla”, e assimilarla,
come ha fatto il profeta Geremia che dice: “Appena ho trovato le tue parole, io
le ho divorate; e le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio
cuore” (15:16); e poi meditarla,
ritornarci su, approfondirne gli
aspetti che possono essere passati inosservati, per trarre da essa il maggiore
vantaggio possibile. Questo aiuta anche a memorizzare i testi biblici, il che
ha la sua importanza sia per noi stessi sia quando parliamo ad altri del
Signore. Se poi verranno momenti tristi, come la malattia o il lutto, quello
che avremo immagazzinato della Parola di Dio sarà in noi una sorgente
incredibile di serenità e di forza.
“Questo
mi è di conforto nell’afflizione, che la tua Parola mi fa vivere” (Salmo
119:50)