Davide aveva voluto fare
qualcosa per Dio, ma la risposta che gli era stata data era: “sono stato io che
ho fatto tutto per te”. Che grande
lezione da imparare anche per ciascuno di noi!È Dio che si è occupato del nostro passato e del nostro futuro (9) così
come del nostro presente (Ge 28:15) e veramente possiamo dire con Paolo: “quanto in scrutabili sono i tuoi giudizi e
ininvestigabili le tue vie!” (Ro 11:33). Che cosa resta a Davide se non chiedersi: “Chi sono io … perché tu mi abbia fatto arrivare a, questo punto?”
(18) e ringraziare semplicemente per tutto ciò che ha ricevuto. Davide si
presenta davanti al SIGNORE (18) proprio come può farlo oggi ogni credente, con
quella tranquilla sicurezza di avere il diritto di trovarsi lì per godervi il
riposo e le benedizioni divine. “Chi sono io … e cos’è la mia casa”. Né Davide un semplice pastore (8) né
Israele tratto dall’Egitto (6) hanno dei diritti o dei meriti propri per
occupare una tale posizione. Solo la grazia ha potuto far arrivare entrambi “fino
a questo punto” e la preghiera di Davide, espressione di una perfetta
comunione si riassume nelle parole: “fa come hai detto” (25). Le parole di Davide esprimono riposo, gioia e riconoscenza. Ora il suo
parlare non è più: “io abito .. io farò …” ma: “tu conosci il tuo servo” (20). Se in passato è stato benedetto sa
che il futuro che lo attende sarà migliore (19). Sa che la sorgente di tutto è
il cuore di Dio (21) e alla lode ed alla riconoscenza si aggiunge la preghiera
che si fonda sulle promesse divine (27) alle quali egli si aggrappa saldamente
(29). Le parole scritte da Davide nel Salmo 23 ben si adattano a questo momento
della sua vita: “… nulla mi manca … Egli
mi fa riposare … mi guida … mi ristora … mi
conduce … la mia coppa trabocca … e io abiterò nella casa del SIGNORE per
lunghi giorni”.
D.C.