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sabato 26 marzo 2016

Uno sguardo in una notte insonne - 2 Samuele 11:1/13

Non possiamo che essere profondamente impressionati nel leggere una pagina così triste della vita di Davide. In essa troviamo tutta la debolezza della carne, ma anche tutte le cure del favore divino e lo sviluppo di tutta la grazia per il suo ristabilimento.

Per Davide sarà sufficiente un’occasione favorevole, “un malvagio pensiero” che viene dal cuore naturale (Mr 7:21), perché il seme della concupiscenza degli occhi produca in lui adulterio, ipocrisia, menzogna e omicidio con tutte le conseguenze che questo comporterà.

G  Una sera insonne
Mentre il suo esercito è impegnato nella guerra il re rimane a casa. Ha preferito non essere impegnato alla testa dei suoi uomini, delegando a qualcun altro la responsabilità del comando.
Ma ecco che uno sguardo in una notte insonne gli sarà fatale.
Questo momento di pigrizia e di inattività ha reso la sua vigilanza più vulnerabile. La concupiscenza degli occhi lascia presto il posto all’adulterio che darà a Davide un piacere effimero della durata di una notte, ma che pagherà a caro prezzo per tutto il resto della vita benché la grazia lo ristabilirà nella comunione con Dio.

G  Uria l’Ittita
A fronte di un re che non fa il proprio dovere Uria, il marito di Bat-Sceba, è un vero soldato. Consapevole delle privazioni che l’esercito e l’Arca (11) passano in quel momento, rifiuta ogni privilegio, se pur temporaneo, rifiutando il piacere momentaneo che quella circostanza gli potrebbe concedere.
Davide cercherà, offrendogli dei regali (8) e intrattenendolo alla sua mensa (13), di offuscare in ogni modo il suo giudizio senza riuscirvi.
La fedeltà di Uria è messa a dura prova, ma egli sa resistere perché il suo pensiero è per il popolo e l’Arca.

G  Contrasti
Come brillano i caratteri morali e la condotta di Uria che fanno di lui un “valoroso guerriero” (23:39), in contrasto alla condotta colpevole di Davide.
Davide si era dispiaciuto di vedere l’Arca in una tenda (7:2), ma ora il suo cuore è occupato di altro ed è Uria che riprende questo pensiero (11), ma forse con molta più consacrazione. Il Signore ci dia di assomigliargli.


D.C.