Come
figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando
eravate nell’ignoranza; ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi
siate santi in tutta la vostra condotta.
1 Pietro 1:14-15
Separiamoci dal male!
“Voi
siete figli per il SIGNORE vostro Dio”, è scritto in Deuteronomio 14:1
riguardo agli Ebrei del tempo di Mosè. L'appartenenza di quel popolo a Dio non
era solo una questione di elezione, di scelta; c’era un legame profondo, molto
stretto, come quello che unisce un padre al proprio figlio; ma il mantenimento
di quel legame era condizionato all’ubbidienza.
Anche
noi credenti cristiani siamo legati a Dio da un rapporto di figliolanza: siamo
stati fatti “partecipi della natura divina” (2 Pietro 1:4), siamo “nati da Dio”
(Giovanni 1:13), siamo tutti “figli di Dio per la fede in Cristo Gesù” (Galati
3:26). È un rapporto benedetto che implica grandissimi privilegi e che,
ovviamente, comporta anche delle responsabilità. Prime fra tutte la
“santificazione” personale e la “consacrazione”, vale a dire il separarsi dal male e darsi a Dio per servirlo, poiché è
giusto che Egli possa, attraverso i suoi figli, portare a compimento la sua
opera e i suoi progetti per la salvezza di molti.
Israele
non doveva, per nessuna ragione, imitare le usanze abominevoli dei popoli pagani,
perché era un popolo “santo”, separato per Dio. A loro Dio diceva:
“Santificatevi, dunque, e siate santi, perché io sono santo” (Levitico 20:26).
E a noi, che crediamo al Signore Gesù, sono ripetute le stesse parole: “Siate
santi, perché io sono santo” (1 Pietro 1:16).