Gesù cominciò a predicare e a dire:
“Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino”.
Matteo 4:17
Con la mia voce io grido all’Eterno, ed
egli mi risponde dal suo monte santo.
Salmo 3:4
Una nuova visione
Inferma da diciotto anni, ricurva su sé
stessa, incapace di raddrizzarsi: tale era la triste condizione della donna di
cui parla Luca (13:10-17). Il suo campo visivo era molto ristretto, dalla sua
posizione il suo sguardo era sempre rivolto al suolo. Gesù la vide, la chiamò e
le disse: “Donna, tu sei liberata dalla tua infermità”. In quell’istante la
donna guarì e si rallegrò lodando Dio.
Questo miracolo di Gesù ci illustra ciò
che Dio vuole fare per ognuno di noi. Forse non abbiamo una malattia fisica
invalidante, ma siamo tutti colpiti dalla malattia del peccato, che ci piega
verso la terra impedendoci di guardare a Dio. È un fardello pesante quello che
ci blocca in tale posizione; siamo prigionieri dei nostri ragionamenti,
incapaci di vedere l’opera di Dio, insensibili ai suoi richiami amorevoli.
Dio, nella sua infinita bontà, ci vuole
liberare da questa infermità. Il processo di liberazione passa attraverso “il
ravvedimento davanti a Dio e credendo nel Signore nostro Gesù Cristo” (Atti
20:21). Pentirsi, non significa auto accusarsi o colpevolizzarsi, ma significa
cambiare i propri pensieri, riconoscendo che quello che Dio dice è la verità: significa conoscere un nuovo
orientamento di tutto il nostro essere; invece di guardare sempre a noi stessi,
potremo alzare i nostri occhi verso Dio e conoscerlo
per fede. Gustando il suo amore, possiamo ringraziarlo, lodarlo, e
rallegrarci in lui. In quella nuova posizione saremo veramente capaci di
interessarci anche agli altri.