Ubbidiente fino alla
morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha
dato il nome che è al di sopra di ogni nome.
Filippesi
2:8-9
Poi vidi, in mezzo al
trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello… che
sembrava essere stato immolato.
Apocalisse 5:6
La gloria nell’infamia
Gesù è stato rifiutato
dalla società, deriso dalla folla, condannato dal potere religioso e civile. Ha
terminato la sua vita terrena su una croce, nel disprezzo e nell’apparente
insuccesso. Ha accettato la morte, una morte delle più umilianti; ma la realtà
morale è tutt’altra.
Gesù ha dato se stesso
per amore, per prendere il nostro posto sotto il giudizio di Dio. Così sotto
l’atto più ignobile degli uomini si nasconde l’amore più sublime. Tale è il
mistero dell’amore di Dio: il Padre dà il Figlio perché diventi il Salvatore
del mondo!
Tuttavia
il Vangelo non si ferma qui. Dopo la crocifissione, Dio risuscita Gesù e gli dà
il primo posto nella gloria. Dio può allora spandere la sua grazia sulla
terra e salvare coloro che credono. Lo Spirito Santo riempie quindi il loro
cuore di una potenza sconosciuta fino ad allora, una potenza di giustizia,
d’amore e di vita. Essa attesta che Gesù è vivente, che è il vincitore.
Per amore, il nostro
Salvatore si è lasciato inchiodare su una croce infamante in mezzo a due
malfattori. Fra breve sarà visto sulla terra come Re dei re, e nel cielo, in
mezzo al trono di Dio, sarà celebrato da un numero incalcolabile di persone,
riscattate dal suo sacrificio e felici per l’eternità.