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sabato 24 marzo 2018

24 marzo


Ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome.
Filippesi 2:8-9

Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello… che sembrava essere stato immolato.
Apocalisse 5:6

La gloria nell’infamia


Gesù è stato rifiutato dalla società, deriso dalla folla, condannato dal potere religioso e civile. Ha terminato la sua vita terrena su una croce, nel disprezzo e nell’apparente insuccesso. Ha accettato la morte, una morte delle più umilianti; ma la realtà morale è tutt’altra.
Gesù ha dato se stesso per amore, per prendere il nostro posto sotto il giudizio di Dio. Così sotto l’atto più ignobile degli uomini si nasconde l’amore più sublime. Tale è il mistero dell’amore di Dio: il Padre dà il Figlio perché diventi il Salvatore del mondo!
Tuttavia il Vangelo non si ferma qui. Dopo la crocifissione, Dio risuscita Gesù e gli dà il primo posto nella gloria. Dio può allora spandere la sua grazia sulla terra e salvare coloro che credono. Lo Spirito Santo riempie quindi il loro cuore di una potenza sconosciuta fino ad allora, una potenza di giustizia, d’amore e di vita. Essa attesta che Gesù è vivente, che è il vincitore.
Per amore, il nostro Salvatore si è lasciato inchiodare su una croce infamante in mezzo a due malfattori. Fra breve sarà visto sulla terra come Re dei re, e nel cielo, in mezzo al trono di Dio, sarà celebrato da un numero incalcolabile di persone, riscattate dal suo sacrificio e felici per l’eternità.