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venerdì 9 marzo 2018

9 marzo


Io ti lodo, Eterno! Infatti… la tua ira s’è calmata, e tu mi hai consolato.
Isaia 12:1

Dio non ci ha destinati ad ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.
1 Tessalonicesi 5:9

Ira distolta

Fin dall’inizio della sua storia, l’uomo si è distolto da Dio. Ribelli e disubbidienti, noi tutti “eravamo per natura figli d’ira” (Efesini 2:3). A motivo di questa natura di peccato, “viene l’ira di Dio sui figli ribelli” (Colossesi 3:6). L’uomo dunque è peccatore e colpevole davanti a Dio. La sua condanna è stabilita: “Certamente morirai”, aveva detto Dio ad Adamo (Genesi 2:17); così “la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Romani 5:12). Ma Dio è un Dio di perdono: “Tutte le mie compassioni si accendono. Io non sfogherò la mia ira ardente… perché sono Dio e non un uomo…” (Osea 11:8-9).
Ma come potrebbe distogliersi l’ira di Dio, visto che ogni uomo è peccatore? Per questo, occorreva un sacrificio, quello d’una vittima perfetta; e non poteva essere altri che Gesù Cristo, il santo Figlio di Dio. Egli si è offerto al posto dei peccatori, ha sopportato la morte per dare loro la vita. È su di lui che l’ira di Dio è caduta mentre, alla croce, portava il peso dei nostri peccati: “Mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi… Essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall’ira” (Romani 5:8-9).
“Cristo è morto per noi”, cioè per tutti; nessuno è escluso, ma per essere al riparo della giusta ira divina, occorre accettare oggi questo dono gratuito di Dio: “Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36).