Io
ti lodo, Eterno! Infatti… la tua ira s’è calmata, e tu mi hai consolato.
Isaia 12:1
Dio non ci ha destinati
ad ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.
1 Tessalonicesi 5:9
Ira distolta
Fin dall’inizio della
sua storia, l’uomo si è distolto da Dio. Ribelli e disubbidienti, noi tutti
“eravamo per natura figli d’ira” (Efesini 2:3). A motivo di questa natura di
peccato, “viene l’ira di Dio sui figli ribelli” (Colossesi 3:6). L’uomo dunque
è peccatore e colpevole davanti a Dio. La sua condanna è stabilita: “Certamente
morirai”, aveva detto Dio ad Adamo (Genesi 2:17); così “la morte è passata su
tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Romani 5:12). Ma Dio è un Dio di
perdono: “Tutte le mie compassioni si accendono. Io non sfogherò la mia ira
ardente… perché sono Dio e non un uomo…” (Osea 11:8-9).
Ma come potrebbe
distogliersi l’ira di Dio, visto che ogni uomo è peccatore? Per questo,
occorreva un sacrificio, quello d’una vittima perfetta; e non poteva essere
altri che Gesù Cristo, il santo Figlio di Dio. Egli si è offerto al posto dei
peccatori, ha sopportato la morte per
dare loro la vita. È su di lui che l’ira di Dio è caduta mentre, alla
croce, portava il peso dei nostri peccati: “Mentre eravamo ancora peccatori,
Cristo è morto per noi… Essendo ora giustificati
per il suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati
dall’ira” (Romani 5:8-9).
“Cristo è morto per
noi”, cioè per tutti; nessuno è escluso, ma per essere al riparo della giusta
ira divina, occorre accettare oggi questo dono gratuito di Dio: “Chi crede nel
Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la
vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36).