I
capi dei sacerdoti… beffandosi dicevano: “Si è confidato in Dio: lo liberi ora,
se lo gradisce, poiché ha detto: «Sono Figlio di Dio»”.
Gesù
gridò a gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactàni” cioè: “Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?”
Matteo 27: 41-43, 46
Il Figlio di Dio abbandonato (1)
Alla
fine della sua vita, il re Davide rese questa testimonianza: “Io sono stato
giovane e son anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto
abbandonato” (Salmo 37:25).
Mille
anni più tardi, il Giusto, il solo giusto che sia vissuto sulla terra, è stato
abbandonato. Sulla croce, Gesù è stato abbandonato da Dio poiché si era
caricato dei nostri peccati; eppure era il suo Figlio, il suo Diletto.
Dio
è santo e non può vedere il peccato senza esercitare il suo giudizio; così “non
ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti” (Romani 8:32).
In base alla sua giustizia, Egli ha colpito
colui che tanto amava e “lo ha fatto
diventare peccato per noi” (2 Corinzi 5:21). Il castigo che doveva colpire
noi è caduto su di lui. Da mezzogiorno alle tre, il sole si è nascosto, le
tenebre hanno avvolto la croce, e Gesù ha gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi
hai abbandonato?” Vicino alla croce, con insolenza, coloro che passavano di lì
scuotevano la testa e insultavano colui che pagava il prezzo del loro riscatto.
In
quelle tre ore Dio è rimasto in silenzio. Perché non liberava il Giusto e non
castigava i colpevoli? Perché voleva salvare
tutti coloro che avrebbero riconosciuto il valore del sacrificio del suo
Figlio. Bisognava che Gesù pronunciasse questa parola definitiva: “È compiuto”
(Giovanni 19:30).
Poco
dopo, Dio lo ha risuscitato dai morti, e ciò testimonia il pieno gradimento per
la sua opera.