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martedì 10 aprile 2018

10 aprile


I capi dei sacerdoti… beffandosi dicevano: “Si è confidato in Dio: lo liberi ora, se lo gradisce, poiché ha detto: «Sono Figlio di Dio»”.
Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lamà sabactàni” cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
Matteo 27: 41-43, 46

Il Figlio di Dio abbandonato (1)

Alla fine della sua vita, il re Davide rese questa testimonianza: “Io sono stato giovane e son anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato” (Salmo 37:25).
Mille anni più tardi, il Giusto, il solo giusto che sia vissuto sulla terra, è stato abbandonato. Sulla croce, Gesù è stato abbandonato da Dio poiché si era caricato dei nostri peccati; eppure era il suo Figlio, il suo Diletto.
Dio è santo e non può vedere il peccato senza esercitare il suo giudizio; così “non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti” (Romani 8:32). In base alla sua giustizia, Egli ha colpito colui che tanto amava e “lo ha fatto diventare peccato per noi” (2 Corinzi 5:21). Il castigo che doveva colpire noi è caduto su di lui. Da mezzogiorno alle tre, il sole si è nascosto, le tenebre hanno avvolto la croce, e Gesù ha gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Vicino alla croce, con insolenza, coloro che passavano di lì scuotevano la testa e insultavano colui che pagava il prezzo del loro riscatto.
In quelle tre ore Dio è rimasto in silenzio. Perché non liberava il Giusto e non castigava i colpevoli? Perché voleva salvare tutti coloro che avrebbero riconosciuto il valore del sacrificio del suo Figlio. Bisognava che Gesù pronunciasse questa parola definitiva: “È compiuto” (Giovanni 19:30).
Poco dopo, Dio lo ha risuscitato dai morti, e ciò testimonia il pieno gradimento per la sua opera.