Allora
il padrone di casa si adirò e disse al suo servo: “Va’ presto per le piazze e
per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi”.
Luca 14:21
La parabola del
gran convito (4)
Gli indegni
Supponiamo
di essere invitati a cena da un personaggio importante o addirittura da un capo
di Stato. Sicuramente ne saremmo onorati, e varrebbe la pena cambiare i nostri
programmi. Ebbene, è il Padrone
dell’universo che ci rivolge un invito! Oseremmo rifiutarlo senza una
valida ragione, ammesso che ci fosse? La festa è pronta. Il padrone vuole la
casa piena di commensali. Coloro che hanno ricevuto l’invito per primi non
hanno voluto venire? Ebbene, saranno altri a prenderne il posto.
Poiché
gli uomini religiosi e in vista si sono rifiutati di venire a Gesù, la sua
grazia ha toccato i miseri, gli emarginati, i disprezzati, i poveri d’Israele.
È la stessa cosa nel mondo cristianizzato. Molti sono appagati dai privilegi di
cui godono, dai piaceri che possono concedersi, dalla loro posizione sociale.
Costoro, molto spesso, disprezzano la felicità del cielo che Dio offre loro, e
si giocano l’eternità!
Altri
fanno affidamento sulla propria intelligenza, si pongono al di sopra di Dio e
lo giudicano; e disprezzano le semplici verità della salvezza. Ma “il vangelo è
annunciato ai poveri”, cioè a tutti coloro che, umilmente, cercano Dio.
La
grazia trionfa quando vengono chiamati quelli che sono stati feriti dalla vita,
gli emarginati, i ciechi, gli zoppi, che stanno nelle strade. Non hanno campi
da andare a vedere, buoi da andare a provare. Che siano molti i “servi” fedeli
che vanno a cercarli per condurli al Signore!
(continua e si conclude
sul foglietto di domani)