Quell’uomo
sarà come un riparo dal vento, come un rifugio contro l’uragano… come l’ombra
di una gran roccia in una terra arida.
Isaia 32:2
Tu
sei mio Padre, mio Dio, e la rocca della mia salvezza.
Salmo 89:26
Al riparo della grande roccia
Salivo
a fatica su un sentiero pietroso ai piedi di una rupe quando, sotto ai miei
piedi, una grossa pietra vacilla e poi precipita lungo il pendio a gran
velocità. Sulla sua traiettoria comparvero all’improvviso le testoline delle
mie due bambine. Ebbi appena il tempo di gridare: “Abbassatevi!” Con un ultimo
balzo, il masso si fracassò sulla roccia proiettando i suoi frantumi in tutte
le direzioni. A mia volta scesi il pendio e trovai le mie figlie sane e salve,
rannicchiate ai piedi della roccia. Commossi, ringraziammo il nostro Dio e
Padre per averci protetti.
Fu
anche l’occasione per ricordare che Dio ci ha liberati da un pericolo ben più
grave. Eravamo dei peccatori, e per questo motivo meritavamo la condanna del
Dio Santo, un’eternità di tormenti lontani dalla sua presenza. Ma Egli ci amava
e ha fatto cadere il castigo che doveva
colpirci su un altro, il suo proprio Figlio, Gesù Cristo. Per amore Egli ha
accettato di portare i nostri peccati e di essere colpito al nostro posto. In
virtù della sua morte sulla croce del Golgota, egli ha distolto l’ira di Dio
che avrebbe dovuto abbattersi su di noi.
Questa
roccia che può metterci al riparo esiste! Ma per approfittarne, bisogna
rifugiarvisi. È urgente mettersi al
riparo della croce di Gesù Cristo. Si tratta di un processo interiore,
personale. Credere che Gesù “ ci libera dall’ira imminente” (1 Tessalonicesi
1:10) è un atto consapevole della nostra volontà.