Coloro
che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù… saranno puniti di
eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza.
2 Tessalonicesi 1:8-9
Dio
infatti, non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del
nostro Signore Gesù Cristo.
1 Tessalonicesi 5:9
Pace o rimorsi?
Il
Vangelo non sarebbe tale se non parlasse anche dell’avvenire eterno degli uomini.
Una parte di loro sarà nella felicità della presenza di Dio, un’altra parte
nella sofferenza per l’eterna lontananza da Dio.
La
Bibbia parla del luogo dei tormenti eterni, chiamato comunemente “inferno”;
perciò dobbiamo parlarne anche noi. A volte, i testimoni di fatti e scene
terribili dicono: “Era un inferno”, per significare che c’era confusione e
sofferenza, distruzione e terrore. Così Richard Wurmbrand, che per la sua
testimonianza cristiana è stato più volte in prigione fra i delinquenti comuni,
ha detto: “L’inferno è essere seduti al buio a ricordare le proprie colpe”.
Gli
sbagli che influiscono sulla vita degli altri sono pesanti da sopportare. Gli
errori di ordine sessuale (adulteri, inganni, aborti) provocano ugualmente
dolenti rimpianti, dai quali è difficile liberarsi.
A
chi parlare della propria sofferenza, nella solitudine? Rivolgetevi a Dio.
Ditegli con semplicità tutto ciò che vi opprime la coscienza. Gesù Cristo, suo Figlio, ha portato la pena
dei nostri peccati alla croce. Egli perdona
e toglie il peso dei rimorsi e della
colpa. Egli dà la pace. La sua presenza al nostro fianco diventa una
certezza, e la preghiera diventa un libero scambio con il Dio d’amore. Egli può
riempire con la sua presenza anche la cella di una prigione.
Accettiamo
il dono che Dio ci ha fatto in Gesù Cristo; gusteremo la felicità della sua
presenza già su questa terra e per l’eternità.