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mercoledì 18 aprile 2018

18 aprile


“Signore… c’è ancora posto”. Il Signore disse al servo: “Va’ fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena”.
Luca 14:22-23

La parabola del gran convito (5)
Una casa piena

C’è ancora posto! Il servo aveva fatto ciò che gli era stato comandato, i poveri della città erano stati condotti, ma la casa non era ancora piena. – Ebbene, dice il padrone, va’ fuori, e senza fare distinzione d’età, di condizione sociale, “costringili a entrare”!
Agli invitati aveva detto: “Venite”. I poveri della città erano stati condotti. Questi ultimi sono costretti. Man mano che il tempo passa, i servi devono diventare più insistenti. La grazia può dirsi soddisfatta solo se la casa di Dio è piena di persone, e Dio stesso le farà sedere a tavola.
Ma ascoltiamo la conclusione solenne della parabola: “Io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena” (Luca 14:24). Il loro rifiuto ha avuto il duplice effetto di offendere Colui che li invitava, e di privarli della benedizione suprema.
Il popolo giudeo, evangelizzato per primo, nel suo insieme ha rifiutato la grazia offerta. Il Vangelo allora è stato annunciato a tutti i popoli che, fino a quel tempo, erano estranei alle promesse divine: è ciò che ci riferisce il libro degli Atti degli apostoli, che segue i Vangeli. E se adesso le persone delle nazioni cosiddette cristiane rifiutano il Vangelo, Dio manda i suoi servitori lontano, fra i milioni di persone immerse nell’idolatria e nella superstizione. Gente di tutte le razze, di tutte le lingue, di tutte le culture loderanno la grazia di Colui che li ha salvati. Voi che leggete, non rifiutatela!