“Signore…
c’è ancora posto”. Il Signore disse al servo: “Va’ fuori per le strade e lungo
le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena”.
Luca 14:22-23
La parabola del
gran convito (5)
Una casa piena
C’è
ancora posto! Il servo aveva fatto ciò che gli era stato comandato, i poveri
della città erano stati condotti, ma la casa non era ancora piena. – Ebbene,
dice il padrone, va’ fuori, e senza fare distinzione d’età, di condizione
sociale, “costringili a entrare”!
Agli
invitati aveva detto: “Venite”. I poveri della città erano stati condotti. Questi ultimi sono costretti. Man mano che il tempo passa,
i servi devono diventare più insistenti. La grazia può dirsi soddisfatta solo
se la casa di Dio è piena di persone, e Dio stesso le farà sedere a tavola.
Ma
ascoltiamo la conclusione solenne della parabola: “Io vi dico che nessuno di
quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena” (Luca 14:24). Il
loro rifiuto ha avuto il duplice effetto di offendere Colui che li invitava, e
di privarli della benedizione suprema.
Il
popolo giudeo, evangelizzato per primo, nel suo insieme ha rifiutato la grazia
offerta. Il Vangelo allora è stato annunciato a tutti i popoli che, fino a quel
tempo, erano estranei alle promesse divine: è ciò che ci riferisce il libro
degli Atti degli apostoli, che segue i Vangeli. E se adesso le persone delle
nazioni cosiddette cristiane rifiutano il Vangelo, Dio manda i suoi servitori
lontano, fra i milioni di persone immerse nell’idolatria e nella superstizione.
Gente di tutte le razze, di tutte le
lingue, di tutte le culture loderanno la grazia di Colui che li ha salvati.
Voi che leggete, non rifiutatela!