(Dio dice:)
“Io, io, son colui che per amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e
non mi ricorderò più dei tuoi peccati… Il tuo primo progenitore ha peccato, i
tuoi mediatori si sono ribellati a me”.
Isaia 43:25-27
“Non è colpa mia!”
“Non
sono stato io, è stato lui!” Questa reazione non è forse un grido antico come
il primo peccato commesso al mondo? “La donna che tu mi hai messa accanto, è
lei che mi ha dato del frutto dell’albero, e io ne ho mangiato”, ha detto
Adamo. “Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato”, si è difesa Eva
(Genesi 3:12-13). Di fronte all’evidenza, bisogna che ci sia un colpevole, ma
non sarò certo io. Un altro pagherà al mio posto!
Il
Signore Gesù ha pagato sul Golgota, una volta per tutte. Mi ha amato tanto da
morire per me. Ha preso su di sé la condanna che le mie colpe meritavano.
Poiché sono stato perdonato, posso guardare le cose da un altro punto di vista:
Sono responsabile o no, e fino a che punto, del mio comportamento?
Ci
sono diversi modi di reagire di fronte ai sensi di colpa. Alcuni negano di
essere colpevoli, cercando di giustificarsi ad ogni costo. Ma se credo nell’amore di Dio che perdona,
posso confessare le mie colpe e portarle al Signore per mezzo della
preghiera. Se resto nella sua presenza, Egli mi darà di identificare con
chiarezza ciò in cui ho peccato, di smettere di giustificarmi, confessando
tutto a lui. Il suo perdono è assicurato (1 Giovanni 1:9).