Porgi orecchio alla mia
preghiera, o Dio, non essere insensibile alla mia supplica.
La sera, la mattina e a
mezzogiorno mi lamenterò e gemerò ed egli udrà la mia voce. Darà pace all’anima
mia.
Salmo
55:1, 17, 18
Testimonianza
di una lettrice
Mio marito Alberto è deceduto
all’età di 36 anni, il 19 agosto 2005. Era un vero credente, leggeva la Bibbia
e il calendario Il Buon Seme. Alberto ha sempre sofferto molto, e ha combattuto
molto nella sua adolescenza, essendo orfano di padre e con una mamma molto
giovane. Quando aveva sette anni, Dio ha fatto in modo che una famiglia
svizzera lo accogliesse per le vacanze, e là fu veramente felice. Più tardi
Alberto iniziò a leggere la Bibbia, e un po’ alla volta si immerse in quella
lettura. Mi diceva sempre: “È Dio che mi ha dato la forza di cavarmela, perché
avrei potuto finire male… È lui che mi ha indicato la strada”.
Mio marito sapeva che Gesù era
morto e risuscitato per lui. Era umile, non invidiava nessuno e diceva sempre: “Grazie
a Dio”. Anch’io, che sono di religione ebraica, leggo il calendario Il Buon
Seme e la Bibbia di mio marito, perché ho rispetto per lui.
Scrivo questo per far capire ai
lettori che bisogna credere in Dio, perché di lassù Egli veglia su di noi, e
la forza che dà ci aiuterà. Potete immaginare quanto fossi addolorata per
la morte di mio marito; ma, percorrendo la Bibbia, ha letto un testo che
esortava a non lamentarsi e a non piangere sulle proprie disgrazie (Luca
8:49-55). Ebbene, questo mi ha dato coraggio e ho capito che Dio mi diceva: “Esterina,
ora devi combattere per tuo figlio!” Così, anche a voi che siete nelle
difficoltà e nel dolore posso dire che c’è sempre un’uscita dal tunnel e che
questa non può essere che Dio!
(da
una lettera giunta alla Redazione)