Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?
Ebrei 2:3
Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori.
Ebrei 3:7, 8
Felice non aveva tempo
Chi
era in realtà l’ “eccellentissimo” governatore romano Felice di cui ci parlano
i capitoli 23 e 24 del libro degli Atti? Grazie a lui, nel paese d’Israele si
godeva di una grande tranquillità, dice l’oratore Tertullio rivolgendogli delle
lodi interessate. Benché la storia lo presenti come immorale e senza scrupoli,
Felice si manifesta tollerante e con la mente aperta nei riguardi dell’apostolo
Paolo ingiustamente condannato: l’ascolta benevolmente, ordina che si lasci al
prigioniero un po’ di libertà e che non si impedisca a nessuno dei suoi di
servirlo. Ma, posto dall’apostolo a contatto con la verità, dà questa risposta
inattesa: “Per ora va’; e quando ne avrò l’opportunità, ti manderò a chiamare”
(Atti 24:25).
Felice non
è un oppositore, né un beffardo. No, c’è in lui un certo interesse per quel
prigioniero che lo impressiona, ma non ha il tempo di ascoltare il messaggio
dell’Evangelo. Non vuole respingerlo definitivamente, ma nemmeno vuole venire alla luce: “Per ora va’,
e quando ne avrò l’opportunità…” Questo momento sarà mai venuto?
Felice
cercava di essere popolare e, deposto l’incarico di governatore, lascia Paolo
in prigione senza un valido motivo, per far piacere ai Giudei. I suoi interessi
politici soffocavano la voce della coscienza. Peccato! Si è lasciato sfuggire
il momento favorevole, “il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6:12).
Non fate
come lui! Oggi, se udite la voce del Signore, non indurite il vostro cuore.