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lunedì 26 luglio 2021

26 luglio - Felice non aveva tempo

Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?

Ebrei 2:3

 

Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori.

Ebrei 3:7, 8


Felice non aveva tempo

 

Chi era in realtà l’ “eccellentissimo” governatore romano Felice di cui ci parlano i capitoli 23 e 24 del libro degli Atti? Grazie a lui, nel paese d’Israele si godeva di una grande tranquillità, dice l’oratore Tertullio rivolgendogli delle lodi interessate. Benché la storia lo presenti come immorale e senza scrupoli, Felice si manifesta tollerante e con la mente aperta nei riguardi dell’apostolo Paolo ingiustamente condannato: l’ascolta benevolmente, ordina che si lasci al prigioniero un po’ di libertà e che non si impedisca a nessuno dei suoi di servirlo. Ma, posto dall’apostolo a contatto con la verità, dà questa risposta inattesa: “Per ora va’; e quando ne avrò l’opportunità, ti manderò a chiamare” (Atti 24:25).

Felice non è un oppositore, né un beffardo. No, c’è in lui un certo interesse per quel prigioniero che lo impressiona, ma non ha il tempo di ascoltare il messaggio dell’Evangelo. Non vuole respingerlo definitivamente, ma nemmeno vuole venire alla luce: “Per ora va’, e quando ne avrò l’opportunità…” Questo momento sarà mai venuto?

Felice cercava di essere popolare e, deposto l’incarico di governatore, lascia Paolo in prigione senza un valido motivo, per far piacere ai Giudei. I suoi interessi politici soffocavano la voce della coscienza. Peccato! Si è lasciato sfuggire il momento favorevole, “il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6:12).

Non fate come lui! Oggi, se udite la voce del Signore, non indurite il vostro cuore.