Io non sono stato disubbidiente alla visione celeste; ma, prima a quelli di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutto il paese della Giudea e fra le nazioni, ho predicato che si ravvedano e si convertano a Dio, facendo opere degne del ravvedimento.
Atti 26:19, 20
La chiamata e la risposta
Alcuni hanno avuto una vocazione fin dall’infanzia: essere medico, artista, esploratore. Spesso li ammiriamo, perché questa vocazione ha orientato la loro vita e stimolato la loro energia.
La
Bibbia non parla di vocazione in questo senso, ma di chiamata che viene da Dio perché ci volgiamo a Lui. Più forte di
una vocazione, questa chiamata orienta la vita ed eleva verso quello che c’è di
migliore. Dio si manifesta all’uomo e lo chiama. Lo chiama a distogliersi dalla
via senza sbocco che ha scelto e a volgersi a Lui. Dio indica l’unica via che
conduce alla vita, la vita eterna. La Sua chiamata è sovrana, secondo il Suo
amore, e particolare per ognuno di noi. In seguito apre delle vie sorprendenti,
imprevedibili, nell’esistenza di quelli che confidano in Lui.
Oggi
forse Dio non ci chiama in modo spettacolare, come ha chiamato alcune persone
della Bibbia, ma lo fa per mezzo degli avvenimenti della nostra vita, piacevoli
o dolorosi, e con la riflessione che questi ci suggeriscono. Lo fa soprattutto
per mezzo della Bibbia che possiede una grande forza per interpellarci. Se la
leggiamo con fede, con preghiera e con un grande desiderio di verità, la Bibbia
ci obbliga a riflettere su noi stessi, e ci apre la via di una vita nuova, fondata sulla fiducia in Dio. Così, ricevere nel
cuore la Parola di Dio significa ascoltare il suo Autore, aprire il cuore a
Colui che ci ama; e ce ne ha dato la prova.