E' istruttivo paragonare le chiamate di Isaia, Geremia e di Ezechiele; tutti e tre furono “mandati”. Isaia era stato chiamato da Dio: “ Chi manderò e chi andrà per noi? Io risposi: Eccomi, manda me!” (Isaia 6:8), a Geremia disse: “tu andrai da tutti coloro ai quali ti manderò e dirai tutto ciò che ti comanderò” Geremia 1:7. Ma c'è una differenza:nel caso di Isaia, almeno dopo la purificazione delle sue labbra con il carbone ardente, egli fu pronto a offrirsi volontario. Geremia, invece, era riluttante a causa della sua giovinezza e inesperienza. In entrambi i casi era evidente che c'era un ostacolo rappresentato da un senso di inadeguatezza nel parlare.
Poi ci fu la chiamata ad Ezechiele: “Egli mi disse: Figlio d'uomo, io ti mando ai figli d'Israele, a nazioni ribelli che si sono ribellate contro di me. Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che ascoltino o rifiutino di ascoltare, perché sono ribelli” Ezechiele 2:3,7.
Ciascuno di loro, dunque, fu mandato come profeta per riferire la parola di Dio.
Ogni chiamata, perciò, includeva un riferimento alla bocca o alla labbra del profeta; le labbra impure di Isaia dovevano essere purificate; Dio toccò le labbra di Geremia e disse: “L'Eterno stese la sua mano e toccò la mia bocca; quindi l'Eterno mi disse: Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca” (v.9) ed Ezechiele doveva ripetere a Israele le parole stesse di Dio (3:4) e ci fu un Suo ordine preciso di mangiare il rotolo e di riempirsene lo stomaco e questo ci deve insegnare che la Sua parola deve essere assimilata da noi prima di poterla trasmettere.
Chi è stato chiamato a questo delicato compito deve, innanzi tutto, essere fedele, conoscere la parola di Dio, e quindi ubbidirle. Il predicatore cristiano non ha la libertà di inventare il suo messaggio; ma esso gli è stato affidato e lui lo deve divulgare e spiegare senza aggiungere nulla.
La predicazione della Parola è una cosa estremamente delicata e “pericolosa”, pericolosa per chi la presenta, perché la Bibbia dice che i falsi insegnamenti saranno sottoposti a maggiore condanna. Se insegno cose false sarò disapprovato da Dio, ma se quello che dico è vero allora è chi ascolta che ha un “problema” perché se ho interpretato correttamente il passo della Scrittura commentato e come se Dio stesso parlasse a voi e il vostro “problema” non sarà con me ma sarà con Dio e la Sua Parola.