“È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti;… essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” Efesini 2:8-10.
In alcuni quadri, la giustizia è stata rappresentata da una donna che tiene in mano un’antica bilancia a due piatti. È la stessa immagine che si fanno molte persone riguardo alla giustizia divina, come se, nel giorno del giudizio, Dio dovesse dividere le opere di ciascuno, mettendo le buone da una parte e le cattive dall’altra. A seconda di quelle che peseranno di più sarà decisa la sorte eterna.
Che figura ingannevole!
Fu detto a un re d’Oriente che si credeva molto importante: “Tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante” Daniele 5:27. Non è forse solenne sapere che Dio ha una bilancia, divinamente regolata, con la quale valuta i nostri atti, le nostre parole e persino i nostri pensieri? Non pensiamo che raggiungeremo il peso con le nostre capacità naturali, la nostra buona volontà, i nostri buoni rapporti sociali, le nostre opere in generale!
Quando si tratta della salvezza dell’anima, le opere umane, anche le migliori, pesano quanto un soffio: gli uomini “messi sulla bilancia… sono più leggeri della vanità” Salmo 62:9. Nonostante il genio e la scienza, l'intera umanità sarà trovata insufficiente, tutti gli uomini porti su quella bilancia dimostreranno di essere “più leggeri della vanità”.
Ma Dio ha dato il mezzo per non essere giudicati. Gesù Cristo ha dichiarato: “Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato (Dio), ha vita eterna; e non viene in giudizio” Giovanni 5:24. La nostra salvezza viene da Dio, e il solo mezzo per ottenerla è credere in lui e accettare per fede il suo dono. Le opere seguono la salvezza e ne sono la prova; chi crede è invitato a fare "le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate” Efesini 2:10.
Con Gesù, farò delle opere buone; non per salvarmi, ma per piacergli, perché mi ha amato fino a dare la sua vita per me.