Dio si serve di ogni cosa per istruire la nostra anima. Per mezzo di ciò che Egli ha creato ci da delle lezioni molto salutari e degne della nostra attenzione. Sta a noi considerare: “gli uccelli del cielo e i gigli dei campi” Luca 12:24-27. Le ricchezze contenute nella Parola di Dio oltrepassano di gran lunga le bellezze della natura. Nondimeno è una grazia che Dio voglia ancora darci degli insegnamenti anche per mezzo di essa. Diciamo ancora perché vi fu un tempo in cui gli uomini non possedevano altra Bibbia che la creazione. In questo libro, al tempo dei patriarchi, l'Eterno ha trovato argomenti ben sufficienti a convincere il suo servitore Giobbe e condurlo a un profondo giudizio di se stesso. Più tardi diede la legge al suo popolo Israele; ora che l'opera della croce è stata compiuta, Egli fa annunciare a tutti gli uomini la buona novella della salvezza; chi riceve questo Evangelo per cui risplendono la vita e l'immortalità, diviene figlio di Dio.
“ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo” 2 Timoteo 1:10.
Consideriamo ora nel libro di Giobbe ciò che Dio vuole insegnarci con alcuni animali, due in particolare: lo struzzo e l'aquila e cerchiamo in essi la lezione da imparare. I contrasti che ci presentano questi due tipi di uccelli, i loro modi così differenti sono lì per rappresentare due classi di persone che si muovono con due caratteristiche diverse: la stupidità e l'intelligenza.
“Lo struzzo batte allegramente le ali; ma le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna? No, poiché esso abbandona sulla terra le proprie uova, le lascia scaldare sopra la sabbia. Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, che le bestie dei campi le potranno calpestare. Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fossero suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba, perché Dio l'ha privato di saggezza, non gli ha impartito intelligenza. Ma quando si muove e prende lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca... È forse al tuo comando che l'aquila si alza in alto e fa il suo nido nei luoghi elevati? Abita nelle rocce e vi pernotta; sta sulla punta delle rupi, sulle vette scoscese; di là spia la preda e i suoi occhi mirano lontano. I suoi piccini si abbeverano di sangue, e dove sono i corpi morti, là essa si trova».” Giobbe 39:13-30.
Lo struzzo ha le ali ma non è una cicogna, non può volare.
Non si da pensiero di mettere al sicuro i suoi piccoli dai gravi pericoli del peccato e del giudizio di Dio.
Essi sono lasciati nella “sabbia” del deserto di questo mondo senza una direzione, senza una guida. E' un animale che ama le praterie, le pianure, Non lo troverete mai in montagna.
Conduce un'esistenza vana e la sua fatica non gli gioverà a nulla.
E' impossesso di doti eccezionali. E' un insieme di forza e stupidità.
Ha una visione distorta del pericolo.
Non sa né come né dove trovare rifugio. Non possiede una simile conoscenza. Un buco per terra è tutto quello che possiede.
L'incredulo fa come lo struzzo, è incapace, con i suoi sforzi, di “volare” cioè di elevarsi a Dio e di avvicinarsi a Lui. L'uomo corre veloce. La sua tecnologia produce delle cose straordinarie, ma non riesce a soddisfare i suoi profondi bisogni. Pone delle ruote sotto i suoi piedi, ma non può liberarlo dai suoi timori e dalle sue paure. Non può dargli nessuna certezza riguardo al futuro della sua prole. Milioni di persone sono affaccendate a nascondere la testa sotto la sabbia ignorando i rovinosi avvenimenti che si stanno accumulando come una fiumana durante i nostri tempi. Può esserci una follia maggiore di quella dell'uomo che non si preoccupa delle conseguenze delle proprie azioni?
L'aquila possiede una posizione gloriosa.
“Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei progenitori, fino a raggiungere la cima delle colline eterne.” Genesi 49:29.
“Dall'estremità della terra io grido a te, con cuore affranto; conducimi tu alla rocca ch'è troppo alta per me” Salmo 61:2.
Il merito di essere lì non è nostro la roccia era troppo alta per noi per poterci salire.
La vista che il volare in cielo dà rende le cose della terra piccole e di poca importanza.
E così è dal punto vi vista spirituale, mentre l'incredulo giudica Dio dalla terra e mette in dubbio il suo amore, la sua giustizia e persino la sua esistenza, il credente si eleva con le ali della fede che gli consente di vedere cose “lontane” e ammirare cose celesti.
“O SIGNORE, la tua benevolenza giunge fino al cielo, la tua fedeltà fino alle nuvole. La tua giustizia s'innalza come le montagne più alte” Salmo 36:5-6.
“Colui che cammina per le vie della giustizia, e parla rettamente... Egli abiterà in luoghi elevati, le rocche fortificate saranno il suo rifugio; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata” Isaia 33:15-16.
La nostra natura può ancora spingerci ad agire stupidamente come lo struzzo, ma poiché Dio ci ha dato intelligenza per conoscere Lui che è la sapienza di Dio “noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio” 1 Corinzi 1:24. Siamo dunque coerenti con questo immenso privilegio.
“Per l'uomo sagace la via della vita conduce in alto, gli fa evitare il soggiorno dei morti, situato in basso.” Proverbi 15:24.