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sabato 14 settembre 2024

Adorazione

“I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità” Giovanni 4:23-24. 

La vera adorazione è un adorazione spirituale, senza finzioni ne ipocrisie. La Scrittura sottolinea spesso che la vera adorazione non dipende in sé dalla forma, dai rituali e dalle cerimonie. Dobbiamo prestare grande attenzione alle dure parole che la Scrittura usa nei riguardi della “religione di forma”. Nessun libro, neppure gli scritti di Marx, è più critico verso la vuota religione quanto la Bibbia stessa. I profeti, erano molto chiari nella loro denuncia al formalismo e all'ipocrisia del culto israelitico. Il Signore poi apostrofò molto duramente i Farisei per il loro formalismo. La vera adorazione non può essere disgiunta dalla verità. Non si può pensare che Dio si accontenti della semplice osservanza dei rituali. Non si può fingere di adorare quando la nostra vita interiore è corrotta.

Uno dei più efficaci sistemi di opposizione ad accostarsi a Dio è finora quello della religione organizzata. Le chiese, paradossalmente, hanno sempre fornito un rifugio a chi fugge da Dio: la sua voce viene confusa negli inni, il suo buon profumo viene disperso nell'incenso, i suoi disegni oscurati e confusi nei credi, nei dogmi. Nelle ampie cattedrali si può sfuggire a Dio. I canti gregoriani o i solenni cori possono tenerlo lontano donando solo a chi assiste un momentaneo senso di pace.

A questo punto bisogna dire qualcosa di più sul ruolo della musica nell'adorazione. La musica sia vocale che strumentale, se fatta con ordine, può essere un veicolo di lode a Dio ma può anche fargli esclamare: “Allontana da me il rumore dei tuoi canti! Non voglio più sentire il suono delle tue cetre!” Amos 5:23.

Il genere di adorazione che piace a Dio ha determinate caratteristiche. La vera adorazione è prima di tutto un'adorazione morale, ovvero non deve esprimere solo ciò che abbiamo nel cuore ma deve essere accompagnata da una vita morale giusta. Samuele esprime questo concetto al di là di ogni dubbio con le sue semplici parole al re Saul: “Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l'ubbidire alla sua voce? No, l'ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni” 1 Samuele 15:22.

Dio fu ancora più esplicito nella sua dichiarazione ad Isaia. Ne aveva abbastanza delle offerte di Israele; non trovava alcun piacere nei loro sacrifici. Le sacre assemblee erano infatti per Lui un abominio ed Egli non ascoltava nemmeno più le loro preghiere e il suo forte richiamo era indirizzato affinché ricercassero la “giustizia”, ovvero un cammino retto, conforme alla chiamata che avevano ricevuto.

Concludo pensando a quanto Paolo afferma in Romani: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale” 12:1. In questo capitolo, l'apostolo, descrive la vita cristiana definendola: “culto spirituale”. E' chiaro che sta pensando all'adorazione che si esprime non soltanto in un edificio ecclesiastico ma anche in casa e sul posto di lavoro. Questo è il vero culto che Dio gradisce.